IL LATO SPIRITUALE DEL SUONO
Massimo Claus
Viaggio oltre il suono.
La consapevolezza dell'ascolto. Dicembre 2010
La rubrica si propone di presentare il ruolo dei suoni nella spiritualità, sia espressa nella meditazione, che nella preghiera o nella recitazione di mantra o Sutra Buddhisti. Analizzando le caratteristiche melodico-ritmiche delle musiche concepite allo scopo di favorire questa misteriosa espressione umana.
“La musica e solo uno dei diversi impieghi del suono…”
Massimo Claus - Medicine Buddha [from DIAMONDS OF SUTRA]-english.mp4:
Ci sono suoni importanti nella vita d’ognuno di noi, suoni che non sappiamo imitare. Mistiche vibrazioni perse nell’aria, che vagano alla ricerca di un luogo su cui posarsi per lasciarsi ascoltare. Lontano, nella nostra coscienza, esiste una fragile chiave capace di aprire i cancelli dei nostri più segreti silenzi.
Dove si nasconde la nostra percezione? Perché si allontana, da noi? Ci sono suoni buoni, altri invece che non sorridono. Quelli che impariamo a riconoscere a volte ci sfuggono per non lasciarsi ascoltare fino in fondo, per restare capaci di nutrirci, così come ci nutre un paesaggio, la neve che cade, l’acqua che scorre.
Suoni che restano dentro di noi come profumi che non dimenticheremo mai e non vogliamo dimenticare, come la voce di una madre, di un padre, di un figlio. Fra i suoni, quelli buoni, avremmo voglia di ascoltarli, ma spesso non conosciamo il linguaggio, perché ci sfuggono per il troppo desiderio di pace, di sereno, di sole che sentiamo dentro come un colpo di tosse. Imparare a riconoscere il loro segreto, distinguerli fra i rumori di fondo che scorrono come i titoli di coda di un film che non siamo riusciti a vedere. Questa è la meta, tutto può incominciare da li.
Viviamo le nostre vite su ciò che vediamo, quando in realtà quello che più conta c’è ma non si vede, come l’aria che respiriamo, la paura, l’amore. Allora perché non provare a fermarci, ascoltare, respirare, cercare di essere realmente liberi perché sinceramente partecipi.
Il mondo è ricolmo di suoni, di colori, d’aria non ancora respirata dalla paura, di sogni buoni ancora per essere sognati. Come fare allora per divincolarci, per sciogliere le catene dell’abitudine e planare aldilà di noi? Abbiamo già tutto ciò che ci occorre: L’udito. Impariamo ad ascoltare, fermiamoci a sentire, perché si sente con gli orecchi e col cuore. Usiamo il verbo “sentire” anche quando parliamo di sentimenti. Questo, dovrebbe svegliarci dal nostro torpore, divincolandoci dalla nostra confusa abitudine di concentrarci sempre su ciò che ci manca e mai su ciò che abbiamo, che è nostro. Portiamo la nostra attenzione per un momento a ciò che sentiamo, ora, in questo preciso momento. Aspettate, datevi il tempo di collegarvi… visto? Per un attimo siete stati davvero liberi, avete volato, siete stati presenti. Concedetevi ogni giorno un tempo per volare, graffiatelo alla vostra corsa: fermatevi.
Anche il suono del traffico cambierà, perché questa volta, per la prima volta lo ascolterete. Non vi prenderà alle spalle. Presto, vi accorgerete che tutto ciò che ci disturba, lo fa solo perché non ci fermiamo ad ascoltarlo. Tutto se volete può cambiare. Tutto può davvero fare parte del vostro volo. Ritornerete riposati, sorridenti. Perché la chiave si nasconde dietro alla nostra consapevolezza. Ora è arrivato il momento. Aprite i cancelli!

La forza dei suoni.
Avalokitesvara - Preghiera: http://www.youtube.com/watch?v=-HrDvSOmjek&feature=player_embedded
Avete mai fatto caso alla forza del suono di alcune "parole"? Pensate alla sensazione che ci crea il suono del nostro nome. Ascoltate la parola "Mare" o "Serenità". Il suono è impregnato del loro significato. Ci sono suoni che non hanno un significato particolare, ma rappresentano lo stesso per noi momenti particolari. Quando ascoltiamo il suono del vento, della campagna ecco che quasi immediatamente, attraverso i vari suoni, viviamo i paesaggi a loro legati.
Ora immaginate la campagna senza quei suoni particolari, o un temporale senza il rumore dei tuoni. Tutto è irreale, finto, distante dalla realtà. Quindi, non solo i suoni hanno il potere di evocare sensazioni e paesaggi, ma anche i paesaggi sono importanti per noi, proprio grazie ai suoni. Anche un film orror senza audio, probabilmente assomiglia più ad un film comico.
L'udito da molti di noi è sottovalutato, proprio perché non si conosce la reale importanza che ricopre nella nostra vita. Ci sono musiche che nascono proprio con l'intento di cullare l'udito ed evocare paesaggi e sensazioni che hanno il potere di tranquillizzarci. Quando ciò avviene siamo difronte a musiche importanti, che non seguono solo leggi melodiche o armoniche, ma sopratutto acustiche. Da molti anni studio l'influenza del suono sulla nostra mente e ho scoperto che esistono successioni di suoni, che attraverso la porta nel nostro udito, arrivano dentro di noi con forza, regalandoci momenti incredibili che spesso "curano" il nostro disagio. Il suono è vibrazione e in quanto tale produce una sorta di massaggio su tutta la superficie che mette in risonanza. Se ascoltate con cura un film d'azione quasi certamente vi renderete conto che sotto ai vari suoni e rumori scoprirete una vibrazione bassa, costante, che ha la funzione di tenerci allertati, attenti. Gli apparati audio presenti sul mercato, proprio per la loro fedeltà di riproduzione, danno alle varie sequenze uno straordinario realismo, non sempre positivo. Ci preoccupiamo molto e diamo un grande peso alla dieta alimentare, ma io sostengo che dovremmo fare anche molta attenzione alla qualità e alla quantità dei suoni che ingeriamo. Il suono ci rimane dentro, continua a risuonare nel nostro corpo, colpendo come una pallina nel flipper i nostri organi interni. Fate quindi molta attenzione a ciò che ascoltate, e proteggete il vostro udito regalandogli dei momenti di vero relax, con suoni nati appositamente per questo. Non sottovalutate se potete la musica, perché ha seriamente il potere di entrarvi dentro senza toccarvi realmente e di farvi anche molto male. Fate attenzione al volume e al livello di rumore a cui sottoponete non solo il vostro udito, ma l'intero vostro corpo. Ricordatevi che coprire le vostre orecchie protegge solo il vostro udito, non il vostro petto. I suoni come incominciamo a vedere hanno un'importanza strategica nella nostra vita e si meritano davvero tutta la nostra attenzione. Diventate loro amico e imparate a riconoscere quelli dannosi da quelli "buoni". Vedrete che vantaggio che ne trarrete.

L'amicizia dei suoni. Febbraio 2011
La prima volta che ho ascoltato il suono di un mantra, ricordo che mi parve che avesse la forza di penetrarmi la testa e mettermi in risonanza tutte le ossa della scatola cranica. Quel suono stranamente mi dava l'impressione di nutrirmi e portando la mia attenzione esclusivamente al suono prodotto dalla voce, mi accorsi che tutta un'altra serie di suoni, nasceva da quelli. Tutto questo fu meraviglioso e quella meraviglia ancora mi sorprende a distanza di molti anni, quando mi accorgo che una serie di suoni continuati, da vita a molti altri, che per essere uditi e ascoltati, hanno bisogno di una speciale attenzione. Immaginate un grande albero con un grande tronco dal quale si sviluppa tutta una serie di grossi rami che si spingono verso il cielo. Questo è l’invocazione di un mantra.
Studio l’influenza dei suoni sul corpo umano da moltissimi anni e mi accorgo che mai come attraverso l’invocazione di un mantra, abbiamo davvero la concreta possibilità di renderci conto della potenza dei suoni. Pratico l’invocazione del mantra del Sutra del Loto il Daimoku da venticinque anni, costantemente. Questo mantra o Dharani, Namu Myoho Renge Kyo, insieme al conosciutissimo mantra Tibetano, Om Mani Padme Hum, sono i più conosciuti e invocati nel mondo. Quanti segreti sono racchiusi in questi mistici suoni. Il Daimoku rappresenta per me il mio tappeto volante. I suoni prodotti racchiudano una fede di migliaia di anni e la forza del mistico testo: Il Sutra del Loto. Per ricevere nutrimento da questi antichi suoni, non serve conoscerne il significato, allo stesso modo come un bambino non conosce il latte che lo nutre, ma questo ugualmente lo aiuta a crescere. I suoni spirituali hanno questa funzione: aiutarci a crescere e raggiungere nuove consapevolezze. Nuovi stati di coscienza. Una voce bassa, fa risuonare frequenze basse, allo stesso modo una voce alta mette in risonanza vibrazioni alte. Ogni nostra azione produce una vibrazione. Un’azione nobile, di conseguenza produrrà una vibrazione alta, una meno nobile allo stesso modo ne produrrà una meno alta. Vedete i suoni hanno davvero la forza di farci comprendere anche molte cose. La simpatia o l’antipatia, producono vibrazioni. Quante volte vi sarà capitato di trovarvi a contatto con persone che istintivamente trovate simpatiche o antipatiche. Tutto questo è dovuto alle vibrazioni e queste, producono suoni. Ogni uomo può ascoltare suoni che rientrano fra i 20 e i 20000 hertz. Tutte le vibrazioni che non sono in questo spettro sonoro, noi non le avvertiamo. Ma tutto questo non vuol dire che non ci siano. Pensate ai lampadari fatti oscillare dalla potenza vocale di Caruso; ai bicchieri mandati in frantumi dalle frequenza prodotte dalla voce della Fitzgerald. Com’è noto, lampadari e bicchieri, non hanno orecchie, eppure ugualmente sono colpiti energicamente dalle vibrazioni. Il frigorifero produce una vibrazione, quindi un suono; le luci al neon producono una vibrazione, quindi un suono. Ogni apparecchiatura elettrica produce una vibrazione, quindi un suono. Ciò che noi avvertiamo è solo, come detto, tutto ciò che rientra nel nostro spettro sonoro. Ma il resto? Lo assorbiamo e lo avvertiamo attraverso il nostro “corpo sottile”. L’ansia produce una vibrazione, di conseguenza un suono, che non riceviamo attraverso il nostro sistema uditivo, ma attraverso i nostri sensi. L’ansia di una persona accanto noi l’avvertiamo. Tutto questo a causa delle vibrazioni.
Dopo tanti anni di musica leggera e classica ho deciso anni fa di dedicare tutte le mie forze alla produzione di suoni “gentili”. Myo Edizioni è nata proprio per questo. Consiglio sempre a chi studia, a chi legge, o per rilassarsi, di ascoltare musica appropriata, perché come abbiamo visto ci sono suoni che possano davvero aiutarci a vivere. Come Myo Edizioni produciamo la Contemplation music. Questi due CD sono nati proprio con l’intento di rappresentare i nostri buoni amici. Se avessi la possibilità, spedirei ad ognuno di voi gratuitamente questi CD, ma purtroppo per ora almeno, non posso farlo. Vi consiglio l’ascolto di queste apparentemente normali musiche, ma che dentro di se hanno il cuore dell’amico. Provate a vivere in funzione delle vibrazioni e vedrete che tutto o molto si spiegherà. Desidero ringraziarvi per il vostro sostegno e complimenti che mi aiutano a fare sempre meglio. Buoni suoni a tutti.

La conchiglia dei suoni. Marzo 2011
Ho ascoltato i suoni di una conchiglia, da piccolo sulla spiaggia e mi parve di vedere anche i silenzi del mare. Diventato adulto, quei silenzi ho cercato di rivederli nella musica che scrivo, così, come buoni amici che ti sanno consigliare, come anime vicine e lontane, come coriandoli di tempo e di spazio, utili per ascoltare veramente e non solo con le orecchie il cuore della musica, il battito dei suoni. Come è lontano quel tempo, eppure ancora oggi a volte, mi sembra di ascoltare quei suoni lontani, lasciati in un cassetto, che poche volte apro, ma a cui sempre penso. Quando si diventa adulti si perde la magia, quella sana illusione che da piccoli ci aiutava a vedere, scoprire, sentire, anche ciò che non si poteva ascoltare, perché da piccoli si crede davvero e quindi tutto è possibile. Il canto degli uccelli che ascoltavo da piccolo non è più quello che ora sento dalla finestra del mio studio, da quella della camera da letto o dalle passeggiate in compagnia di migliaia di sogni che nonostante il tempo, ancora mi tengono compagnia. Ma perché i suoni cambiano crescendo? Cosa rimane di noi quando si cresce? Ho provato a ritornare bambino spesso, a camminare con la stessa spensieratezza di un tempo, con la stessa convinzione delle fiabe che sentivo da mia nonna, che abbandonata sui ferri da calza si lasciava andare a ricordi lontani e forse mai vissuti veramente, ma che al momento del racconto diventavano veri e reali. Almeno per me. Spesso mi capita di pensare che cosa mi piace della musica. Cosa sento nella musica quando l'ascolto o cosa cerco dentro a questa meravigliosa antica follia, che nessuno conosce veramente ma che pochi detestano. Si può anche detestare la musica, ma mai ho incontrato nessuno che detestava i suoni. Questi piccoli soldatini ricoprono spesso alcuni dei più importanti campi di battaglia, che la vita ci presenta e mai, ci giriamo in dietro a vedere quanti alla fine della giornata sono rimasti li caduti, come alberi tagliati dal freddo o dall'uomo, che per il freddo che ha dentro li taglia e non li rispetta. A volte mi capita di cercare di ascoltare ciò che non si sente solo con le orecchie se il cuore non ha davvero il desiderio di ascoltare, e proprio quelle sono le volte che mi accorgo di riuscire realmente a sentire i suoni che mi circondano, quei suoni che formano la mia spiritualità, la mia sostanza e desiderio di esserci, lì presente e non sbiadito o per caso. Soltanto così si può davvero ascoltare la magia dei suoni e quando ci si riesce, si comprende davvero la parte spirituale, il vero sorriso, lo scopo del loro esserci e del loro porsi fra noi e tutto ciò che ci circonda, perché solo ciò che ci circonda riesce a scoprirci davvero, piano a volte altre con più veemenza. Ciò che conta nei suoni non è il loro volume o la loro altezza, ma ciò che noi sentiamo in quei piccoli miracoli. Ho provato a spiegare cosa ascoltare, poi ho capito che dovevo concentrarmi sul come ascoltare e quanto di ciò che siamo deve varcare la soglia, per poter realmente sentire o andare aldilà di tutto, di noi, che ci crediamo tutto, ma che siamo solo ciò che vorremmo essere, solo quando smettiamo di volerlo solo per noi. Ma perché ascoltare e cosa, se spesso siamo lontani anche dal piatto in cui mangiamo o dalla persona che amiamo anche quando ci dorme accanto o ci parla? Ascoltiamo forse per noi, perché quel noi diventi un tutto, un'insieme di noi allargato, un'insieme di tante voci che producono suoni che spesso sono troppo importanti per essere ascoltati distrattamente così per hobby o per carità d'animo. I suoni sono lì e noi lo sappiamo e li scambiamo per tutto ciò che non sono. Spesso per musica, ma la musica lo sapete è soltanto uno dei vari impieghi del suono. Mi piace ascoltare quei suoni che non sono musica, quei suoni che hanno dentro alla pancia molto di me, come il suono del mio nome, del vento, del mare, del tempo che non è vero che prende o perlomeno prende meno di quello che dà davvero. Ascoltiamo troppo e tutto insieme e questo non ci permette di sentire realmente ciò che ci colpisce, ciò che ci affascina. Ma allora il segreto sta soltanto nell'ascoltare meno o più piano? Per me il segreto è sentire, fermarsi ad ascoltare anche il piccolo tintinnio dei tasti del computer mentre scrivo quanto ora state leggendo. Ma tutto questo cosa centra con la spiritualità dei suoni? Da grande ho capito che puoi mangiare senza posate, bere senza bicchiere, ma non riesci a sentire senza imparare ad ascoltare ciò che c'è dietro a tutto ciò che senti. La spiritualità è come una zattera che spesso imbarca acqua e ci spaventa quando vediamo che ciò accade, perché abbiamo paura di affondare con essa, mentre dimentichiamo che si affonda per paura di affondare, perché l'acqua, siamo noi.

Quanto tempo abbiamo dedicato all'ascolto dei suoni della natura, durante una passeggiata in campagna? Passeggiando immersi in un bel paesaggio, spesso la nostra attenzione si posa sui tratti della natura e sullo svilupparsi della nostra percezione delle linee che disegnano i vari ambienti che scorrono come immagini veloci davanti ai nostri occhi. Ci attrae l'insieme, ma raramente ci perdiamo nei particolari. Quando questo accade, allora siamo come trasportati, rapiti all'interno del paesaggio e riusciamo, quasi per incanto, a respirarne in maniera più profonda e completa i contorni: i particolari sono la chiave della comprensione di molti fenomeni ai quali assistiamo. I suoni, apparentemente di contorno alle immagini, in realtà hanno una funzione decisiva nella nostra percezione, perché i suoni danno l'umore alle immagini: un paesaggio autunnale accompagnato da suoni della natura tipici della primavera, come il canto degli uccelli, quasi mai evoca in noi sentimenti di malinconia, ma bensì di rilassatezza; al contrario una paesaggio primaverile senza il canto degli uccelli, susciterebbe senza alcun dubbio in noi un notevole stato di ansia. Tutti coloro che sono riusciti a scampare ad un terremoto parlano dello strano silenzio che accompagna la fine della scossa: tutto il paesaggio rispecchia l'avvenimento, perché i suoni sono come indicazioni costanti che noi, abituati a guardare, quasi mai riusciamo a notare, se non in casi particolari. Abbiate cura dei suoni della vostra casa, della vostra vita, perché proprio quei suoni che non ascoltate, come abbiamo già avuto modo di dire, risultano determinanti, come profumi confusi nel verde della campagna.
Mi piace dedicare un certo tempo ad ascoltare i suoni dello spazio che mi circonda, notandone le diverse distanze, intensità, direzioni e spesso questo gioco si trasforma in vera e propria meditazione: soltanto l'ascolto ha davvero il potere di distogliere la mente dai binari che solitamente percorre. La meditazione in fondo è riuscire ad allontanarsi dalla percezione costante e personale, per dirigersi verso un livello superiore, profondo che raramente siamo abituati a percorrere. Ascoltare i vari suoni che impregnano l'ambiente nel quale ci troviamo ha davvero la capacità di portarci lontano. Non occorre che questi siano canti di uccelli, lo scorrere dell'acqua, o il vento fra le foglie. I suoni della strada che scorre sotto casa, un cane che abbaia in lontananza o una radio che canta e si propaga attraverso la tromba delle scale. Tutto questo è meditazione, se ci si propone di ascoltare restando spettatori. Quando questo avviene ecco che anche quei suoni che non giudicheremmo mai "spirituali", si vestono di chiara spiritualità. La percezione cos'è, se non ascolto? L'ascolto cos'è, se non percezione?
Per l'uomo occidentale meditare assomiglia molto al concetto di pensiero, nella realtà la meditazione è "ascolto". Il pensiero ha in sé una componente attiva, l'ascolto è più passivo, intendendo per passivo qualcosa vicino al riposo. Ma c'è differenza fra ascoltare e sentire: ascoltare implica la volontà di farlo; sentire è naturale. In questo senso l'ascolto è certamente una forma attiva di meditazione, che diventa passiva dal momento in cui abbatte le barriere della consapevolezza, portandoci di fronte ad una nuova percezione. Nella realtà non credo che il concetto di passivo o attivo esista in natura o in noi, perché siamo sempre in movimento, se non fisico, psichico; quindi il termine passivo, così come comunemente è inteso, a mio avviso non esiste. Mi piace essere spettatore dei suoni, cullarli senza giudicarli, lasciando che entrino e vadano dove liberamente decidano di insinuarsi all'interno del mio corpo e della mia mente.
La magia avviene grazie alla volontà di farlo, grazie al desiderio di ascoltare e non solo sentire ciò che avviene intorno a noi: in quel momento davvero siamo liberi di essere realmente dove siamo, lontani dai vincoli che spesso determinano il nostro cammino o le nostre percezioni. Tutto questo grazie ai suoni, che in realtà sono sempre spirituali, perché dipende da noi allontanarli o avvicinarli alla nostra coscienza. Io sono grato a tutto ciò che ascolto. Voi? Quando i suoni diventano cavalieri armati di ciò che desidero abbiano, allora questi mi scortano lontano, lontano in un posto più vicino a me, a ciò che chiamo me stesso, a ciò che cerco davvero attraverso i silenzi che invento stando sveglio anche quando dovrei dormire. Ma quanto costano questi suoni?

Tribù di musicisti, cantanti, tecnici di ogni sorta, semplici appassionati o esperti, udite udite, ne ho sentito una veramente bella. L’altro giorno mentre cercavo di levarmi da attorcigliata al collo, una corda di chitarra che avevo perso un’ora prima, alla televisione è passata una notizia da prima pagina della gazzetta di Gotham City. Una signorina con l’espressione addolorata delle grandi occasioni, dichiarava, stretta nei suoi orecchini: Signori e signori la musica è in agonia. Ora, mi era capitato di sentire di crisi del petrolio, delle nascite, del mondo discografico e persino delle vocazioni, ma mai avevo sentito che la signora musica oramai vecchia, ammalata e stanca, in uno dei pochi e ultimi bagliori di lucidità, raccogliendo le forze rimaste, dichiarasse fra un rantolo e un colpo di tosse: “è arrivato il momento di lasciarci, oramai la mia vita è giunta al termine. Vi ho voluto bene. Addio.”
Mi è venuta voglia di riattorcigliarmi la corda al collo e tenderla tanto da farle produrre un “La” angelico. Se a questo punto sapessi scrivere vi farei tutto un rigiro di parole, per dirvi quello che mi riesce solo di dirvi come mangio, o suono: mai stupidaggine più grossa si è dispersa nell’ambiente. Ho pensato: “Questo è inquinamento bello e buono!” Ma come si fa a scambiare le legioni di denaro che a passo incalzante marciano dietro alla musica con la musica stessa?
La verità è che al numero di telefono di “Santa musica dispensatrice” risponde una voce che dice: “Spiacente, il numero da lei formato risulta essere non più attivo.”
La musica non ha tasche in cui riporre il denaro, perché il suo grande tesoro sono i suoni! Taluni hanno la facoltà persino di guarire! La musica, pensate, c’era ancora prima della preghiera e persino noi, che siamo riusciti a scoprire tracce certe di acqua sul pianeta Marte, non siamo stati in grado di comprendere da dove provenga, dove è nata. Questo non vi fa pensare che dietro ai suoni ci sia qualcos’altro, qualcosa che ci sfugge per non farsi vendere? La musica è soltanto uno degli impieghi del suono e ne rappresenta, anche se composta da Mozart, soltanto l’aspetto ludico. Lo sapevate che eminenti scienziati con sofisticatissimi apparecchi hanno scoperto che la terra produce la nota “Sol”? Ci sono combinazioni di suoni, e persino musiche, concepite secondo principi terapeutici.
Se sei fra quelli che pensano che se le mucche producono più latte con Mozart è per via del morbo della mucca pazza, sappi che intanto Caruso spostava i lampadari con il canto, i soldati rompono il passo sui ponti e non mi ricordo chi (penso sia la vecchiaia che fa capolino), rompeva i bicchieri con l’acuto. La musicoterapia anche se è una scienza giovane ha stabilito con certezza che i nostri corpi, o meglio che gli organi che compongono i nostri corpi, producono suoni specifici differenti l’uno dall’altro, ma che formano una sorta di armonia. Quando questa armonia subisce uno squilibrio, ossia uno degli organi del nostro corpo produce una nota “stonata”, ecco che lì abbiamo la malattia. Sembrerà incredibile ai più, ma vi assicuro che è così. Purtroppo l’Italia non è all’avanguardia in questo campo, ma altri paesi investono molto denaro, per appurare e scoprire la relazione fra i suoni e la salute umana. Pensate che è stato appurato che persino le piante beneficiano in modo inequivocabile dei suoni che vengono prodotti nell’ambiente dove crescono. Recentemente è passata al telegiornale la notizia che un produttore di vino ha scoperto che la sua vigna produce miglior vino se sottoposta alla musica di Mozart. Ecco che il frutto di questo grande genio ritorna nuovamente nelle nostre vite, non solo come compositore, ma anche come pseudo terapeuta. La musica che ascoltiamo certamente influisce sul nostro stato psicofisico e proprio per questo dovremmo fare molta attenzione alla musica che presentiamo al nostro corpo. La musica che solitamente viene definite “ambient” non sempre ha le caratteristiche necessarie per essere considerate una musica “benefica”. La musica usata in ambito musicoterapico ha caratteristiche oltre che melodiche anche acustiche, ossia i brani presi in considerazione hanno al proprio interno dei suoni la cui funzione è quella di “colpire” determinate zone del nostro corpo, alterando la sfera psichica. Se noi ascoltiamo attentamente un thriller ci accorgeremo che nelle scene più tese è presente come sottofondo una frequenza bassa, ossia un suono che ha la funzione di interagire con il nostro corpo, lasciandoci un senso di aspettativa, di tensione. Questo suono nella realtà ha la funzione di metterci nello stato adatto a seguire con la giusta enfasi le scene proposte. La musica e i suoi effetti sulla nostra psiche è spesso usata anche in altri ambiti, come per esempio la pubblicità, purtroppo spesso anche sotto forma subliminale. Va ricordato che i messaggi subliminali, sono proibiti, ma la conoscenza di come proporli all’utente spesso rappresenta una componente molto frequente nella nostra televisione o cinema. Il mio consiglio è quello di fare molta attenzione a ciò che ascoltiamo, avendo per la musica lo stesso riguardo che si avrebbe per il cibo, perché proprio allo stesso modo ha la capacità di nutrire nel modo giusto o di avvelenare la nostra vita. Mi sento di consigliare quindi di fare un uso consapevole della musica e di scegliere adeguatamente la musica che si ascolta in alcuni frangenti della nostra vita. Pensate le palestre dove si fa fitness: in queste palestre la musica ha lo scopo di portare la nostra attenzione al ritmo esterno e questo automaticamente si trasferisce al nostro interno, permettendoci di accusare meno la stanchezza, rendendo più facile l’esecuzione degli esercizi. Ci sono musiche appositamente composte per il benessere psicofisico dell’ascoltatore. Questi brani sono ricchi di suoni benefici che aiutano, a seconda dello scopo per il quale sono stai scritti, i diversi compiti svolti. Esiste musica adatta per la lettura, per il riposo, e per lo sport. Myo Edizioni, l’etichetta discografica da me fondata basa molto della sua produzione su questo genere di musica. Le nostre pubblicazioni sulla meditazione o contemplazioni, sono state concepite proprio per questo scopo. Chi fra voi ha bambini, è bene che sappia che la musica sbagliata può influenzare anche negativamente la crescita del vostro bambino. Fate attenzione a ciò che ascolta vostro figlio o vostra figlia. Anche questo è un modo per dimostrare loro il vostro amore, partecipando attivamente e con consapevolezza, al loro processo di crescita. L’udito è importante. Abbiatene cura.
Mi è venuta voglia di riattorcigliarmi la corda al collo e tenderla tanto da farle produrre un “La” angelico. Se a questo punto sapessi scrivere vi farei tutto un rigiro di parole, per dirvi quello che mi riesce solo di dirvi come mangio, o suono: mai stupidaggine più grossa si è dispersa nell’ambiente. Ho pensato: “Questo è inquinamento bello e buono!” Ma come si fa a scambiare le legioni di denaro che a passo incalzante marciano dietro alla musica con la musica stessa?
La verità è che al numero di telefono di “Santa musica dispensatrice” risponde una voce che dice: “Spiacente, il numero da lei formato risulta essere non più attivo.”
La musica non ha tasche in cui riporre il denaro, perché il suo grande tesoro sono i suoni! Taluni hanno la facoltà persino di guarire! La musica, pensate, c’era ancora prima della preghiera e persino noi, che siamo riusciti a scoprire tracce certe di acqua sul pianeta Marte, non siamo stati in grado di comprendere da dove provenga, dove è nata. Questo non vi fa pensare che dietro ai suoni ci sia qualcos’altro, qualcosa che ci sfugge per non farsi vendere? La musica è soltanto uno degli impieghi del suono e ne rappresenta, anche se composta da Mozart, soltanto l’aspetto ludico. Lo sapevate che eminenti scienziati con sofisticatissimi apparecchi hanno scoperto che la terra produce la nota “Sol”? Ci sono combinazioni di suoni, e persino musiche, concepite secondo principi terapeutici.
Se sei fra quelli che pensano che se le mucche producono più latte con Mozart è per via del morbo della mucca pazza, sappi che intanto Caruso spostava i lampadari con il canto, i soldati rompono il passo sui ponti e non mi ricordo chi (penso sia la vecchiaia che fa capolino), rompeva i bicchieri con l’acuto. La musicoterapia anche se è una scienza giovane ha stabilito con certezza che i nostri corpi, o meglio che gli organi che compongono i nostri corpi, producono suoni specifici differenti l’uno dall’altro, ma che formano una sorta di armonia. Quando questa armonia subisce uno squilibrio, ossia uno degli organi del nostro corpo produce una nota “stonata”, ecco che lì abbiamo la malattia. Sembrerà incredibile ai più, ma vi assicuro che è così. Purtroppo l’Italia non è all’avanguardia in questo campo, ma altri paesi investono molto denaro, per appurare e scoprire la relazione fra i suoni e la salute umana. Pensate che è stato appurato che persino le piante beneficiano in modo inequivocabile dei suoni che vengono prodotti nell’ambiente dove crescono. Recentemente è passata al telegiornale la notizia che un produttore di vino ha scoperto che la sua vigna produce miglior vino se sottoposta alla musica di Mozart. Ecco che il frutto di questo grande genio ritorna nuovamente nelle nostre vite, non solo come compositore, ma anche come pseudo terapeuta. La musica che ascoltiamo certamente influisce sul nostro stato psicofisico e proprio per questo dovremmo fare molta attenzione alla musica che presentiamo al nostro corpo. La musica che solitamente viene definite “ambient” non sempre ha le caratteristiche necessarie per essere considerate una musica “benefica”. La musica usata in ambito musicoterapico ha caratteristiche oltre che melodiche anche acustiche, ossia i brani presi in considerazione hanno al proprio interno dei suoni la cui funzione è quella di “colpire” determinate zone del nostro corpo, alterando la sfera psichica. Se noi ascoltiamo attentamente un thriller ci accorgeremo che nelle scene più tese è presente come sottofondo una frequenza bassa, ossia un suono che ha la funzione di interagire con il nostro corpo, lasciandoci un senso di aspettativa, di tensione. Questo suono nella realtà ha la funzione di metterci nello stato adatto a seguire con la giusta enfasi le scene proposte. La musica e i suoi effetti sulla nostra psiche è spesso usata anche in altri ambiti, come per esempio la pubblicità, purtroppo spesso anche sotto forma subliminale. Va ricordato che i messaggi subliminali, sono proibiti, ma la conoscenza di come proporli all’utente spesso rappresenta una componente molto frequente nella nostra televisione o cinema. Il mio consiglio è quello di fare molta attenzione a ciò che ascoltiamo, avendo per la musica lo stesso riguardo che si avrebbe per il cibo, perché proprio allo stesso modo ha la capacità di nutrire nel modo giusto o di avvelenare la nostra vita. Mi sento di consigliare quindi di fare un uso consapevole della musica e di scegliere adeguatamente la musica che si ascolta in alcuni frangenti della nostra vita. Pensate le palestre dove si fa fitness: in queste palestre la musica ha lo scopo di portare la nostra attenzione al ritmo esterno e questo automaticamente si trasferisce al nostro interno, permettendoci di accusare meno la stanchezza, rendendo più facile l’esecuzione degli esercizi. Ci sono musiche appositamente composte per il benessere psicofisico dell’ascoltatore. Questi brani sono ricchi di suoni benefici che aiutano, a seconda dello scopo per il quale sono stai scritti, i diversi compiti svolti. Esiste musica adatta per la lettura, per il riposo, e per lo sport. Myo Edizioni, l’etichetta discografica da me fondata basa molto della sua produzione su questo genere di musica. Le nostre pubblicazioni sulla meditazione o contemplazioni, sono state concepite proprio per questo scopo. Chi fra voi ha bambini, è bene che sappia che la musica sbagliata può influenzare anche negativamente la crescita del vostro bambino. Fate attenzione a ciò che ascolta vostro figlio o vostra figlia. Anche questo è un modo per dimostrare loro il vostro amore, partecipando attivamente e con consapevolezza, al loro processo di crescita. L’udito è importante. Abbiatene cura.

I nostri giorni sono gonfi di suoni. Il traffico, con tutti i suoni che comporta, la televisione con i suoi spot pubblicitari a volumi spesso molto più alti delle trasmissioni all’interno dei quali sono inseriti. Tutto questo mette seriamente in pericolo il nostro udito. Recenti studi hanno dimostrato come l’udito medio degli esseri umani sia diminuito notevolmente. Abitando in campagna, spesso quando per lavoro devo recarmi in città o in posti molto frequentati, avverto un rumore insinuante e continuato che trasforma spesso il mio udito in una sorta di imbuto all’interno del quale si voglia inserire più contenuto di quello che può contenere. I rumori che superano una certa soglia, o timbro si trasformano per il nostro udito in una vera e propria minaccia. Spesso, non è solo la fonte di rumore che assume livelli di guardia, ma piuttosto la sua persistente continuità. Spesso chi mi viene a trovare, trovandosi immerso nella natura, avverte uno strano ronzio. Questo non è altro che una sorta di eco di tutti i rumori che l’udito ha immagazzinato nel corso della settimana. Come una specie di rigurgito di tutto ciò che non ci sta più. Ci siamo abituati ad ascoltare la televisione, la radio, o la musica in genere ad un volume che non ha senso. Alla presbiacusia (perdita di udito dovuta all'invecchiamento) che è un fenomeno biologico naturale, per l'intervento di questi fattori, si aggiunge nel mondo moderno, la "socioacusia”. L'Organizzazione mondiale della sanità, ha fissato a 65 decibel (dB) il limite d'inquinamento acustico. Sempre la stessa organizzazione afferma che nell'Unione Europea nove cittadini su dieci sono sottoposti a rumori che superano i limiti. In Italia, invece, circa 50 milioni di persone subiscono il "frastuono urbano". Tra questi ci sono oramai sette milioni di italiani che hanno problemi di udito e purtroppo la tendenza per i prossimi anni è in netto aumento. Sempre secondo recenti studi la causa di questo “malessere” è il traffico urbano e l’ascolto da parte dei giovani di musica ad una volume eccessivo anche tramite le cuffie. Come al solito ci preoccupiamo più di ciò che si vede e meno di ciò che non appare, ma che nella realtà ricopre spesso un’importanza estremamente rilevante. Da musicista, mi accorgo che i musicisti che vivano in ambienti estremamente rumorosi, hanno difficoltà ad accordare i loro strumenti. Recentemente in un programma radiofonico che propone spesso musica dal vivo, mi sono accorto che gli strumenti spesso sono scordati. Questo comporta chiaramente un notevole abbassamento della qualità della musica. Il fenomeno colpisce di più specialmente quando l’artista è anche molto conosciuto. Chi ha esperienza di canto, certamente si sarà accorto della tendenza generica oramai molto diffusa delle note cosiddette “calanti”. Ossia la cantante o il cantante non raggiunge perfettamente l’intonazione della nota, dando vita appunto a questo fenomeno. Per chi è in grado di accorgersi di questo, ascoltare questo “genere” di musica diventa estremamente frustrante. Ma come difendersi allora da questo? Dobbiamo considerare l’udito, come una sorta di muscolo, che allo stesso modo proprio dei muscoli ha bisogno di riposo. Concediamo quindi al nostro apparato uditivo il riposo che necessita per non rimanere soffocato dal minestrone di rumori che spesso è sottoposto. Abbassiamo il volume della televisione, premiamo il tasto “mute” sulla pubblicità e ascoltiamo musica ad un livello più basso. Anche il tipo di musica ovviamente influisce sull’udito. Certo il Rock non lo si può definire adatto al riposo, ma se ascoltato ad un volume normale, assume nuove qualità. Esiste poi della musica particolare che funge come da massaggio per il nostro udito. Questo è il campo nel quale da oramai molti anni ho deciso di dedicarmi. La musica è composta da suoni. Questi hanno delle frequenze. Ci sono frequenze, o meglio successioni di frequenze che davvero hanno il potere di rilassarci, non solo fisicamente, ma anche il nostro udito. L’anno scorso ho pubblicato due CD dedicati alla contemplazione: “Contemplation music” che si possono trovare sul catalogo di Myo Edizioni nella sezione dedicata alla meditazione. Ora sono disponibili anche in mp3. Queste particolari pubblicazioni sono state concepite appositamente per mettere l’ascoltatore nella condizione ottimale per poter godere a pieno dell’esperienza contemplativa. Sono brani che hanno la funzione di agire come una sorta di massaggio sul nostro corpo partendo dall’udito. Abbiate molta cura del vostro udito. Non sentire bene causa malesseri anche a livello emotivo. Quando potete andate a fare una passeggiata in campagna, ascoltate i suoni della natura, perdetevi nella musica naturale. Certamente vi ritroverete.

Ma cos'è la meditazione? Quanti suoni può contenere e quante vibrazioni si orientano, guidate dal nostro ascolto? La meditazione è mettere ordine nei nostri cassetti, è conoscere cosa c'è, cosa abbiamo e cosa determina il nostro senso di vuoto, di assoluto, di interiore che spesso è confuso, nascosto dalla nostra stessa paura di scoprirlo. Ci vuole voglia, o una grande necessità, per partire per questo viaggio e tutto ciò che ci può essere utile è bene averlo con sé. Spesso la musica guida, ma nel caso della meditazione la sua funzione è quella di permetterci di essere noi a guidare. Per questo non possiamo sbagliare. Il beneficio della meditazione è strettamente proporzionato alla nostra capacità di guidare e non di essere guidati: per questo è molto importante.
La vita di tutti i giorni spesso ci travolge, ci spinge; il senso della meditazione è quello di uscire da questo turbine di vento che ci spinge e ci assale, non lasciandoci il tempo di pensare e riflettere, e riempiendo anche quei silenzi che sono utili al nostro benessere, alla nostra vita. Tendiamo sempre a riempire tutto, per poterci guardare pieni di ogni cosa e scoprirci ricchi di tutto. Spesso è proprio questa finta ricchezza che ci logora e brucia, piano come una candela, tutto ciò che nella realtà conta per noi e che ci è indispensabile per riscaldarci davvero. La musica, chissà quante volte ve ne sarete accorti, ha le potenzialità di darci, o indicarci, lo stato d'animo più appropriato per fermarci, per respirare. Spesso però molta musica non è adatta alla meditazione, anzi: anche se distensiva, nella realtà non ci permette di andare davvero oltre e attira molta energia su di sé. Abbiamo bisogno di noi e solo di noi stessi per addentrarci nell'infinito della nostra percezione, delle nostre paure.
Quanta confusione c'è intorno alla meditazione e al suo modo di praticarla: ciò è dovuto al fatto che è difficile trovare veri maestri, persone che, oltre a conoscere, abbiano davvero in sé la capacità di guidarci. Tutti sappiamo fare tutto, ma pochi lo sanno fare veramente e questo spesso ci allontana dalla meta. Rimanere fermi è molto difficile e in questo, la musica, ci può aiutare veramente; ma deve avere le giuste caratteristiche per farlo: così come ci sono musiche che hanno la capacità di farci muovere, esistono suoni che sanno farci fermare. Ma quali sono? La musica davvero concepita per la meditazione spesso non si riesce ad ascoltare, se non proprio quando si è disposti a fermarsi, a prendere coscienza dell'attimo e tutto ciò che c'è in quel preciso momento. Perché è questa la meditazione: riconoscere ciò che c'è, nel preciso istante in cui la nostra attenzione si porta sul momento. La musica, in questo, può davvero aiutarci.
Spesso si scambia musica relax per musica meditativa. Questo è dovuto alla scarsa conoscenza della meditazione e della sua funzione. Soltanto chi ha provato a praticare la meditazione o la pratica abitualmente può davvero comprendere questa – apparentemente – sottile differenza, ma che nella realtà diventa estremamente grande quando si è lì, fermi, seduti e si ascolta ciò che abbiamo o ciò che desideriamo riconoscere. La musica relax spesso disturba la meditazione, perché non ha silenzi, perché non nasce dal silenzio: i brani non riportano sonorità “larghe”, ma suoni che, anche se evocativi, si vanno a scontrare con ciò che noi portiamo nel viaggio meditativo. Spesso la maggior parte delle musiche relax all'inizio della seduta meditativa sembrano accompagnarci, ma dopo poco ci si accorge che tendono a portarci, quando invece nella meditazione deve essere la nostra consapevolezza a condurci, non i suoni: i suoni, o le varie melodie, hanno la funzione di supportare la nostra consapevolezza, non si devono sostituire ad essa. In quest'ultimo caso tutto diventa inutile e, per certi versi, anche dannoso. Anche la scelta degli strumenti musicali ha una notevole importanza, perché il segreto si nasconde proprio nel loro timbro e nella loro elasticità: nulla deve accadere per caso in una melodia composta per la meditazione. Se noi provassimo ad ascoltare un brano composto per la meditazione spesso ciò che arriverebbe al nostro udito ci sembrerebbe privo di significato, di senso. La musica per la meditazione è come il nostro respiro durante la meditazione che, all'inizio ha la funzione di portarci alla linea di partenza, e poi scorre autonomamente e senza il nostro controllo. Il respiro della musica ha le stesse caratteristiche del nostro, e bisogna imparare a conoscerlo se si vuole respirare con la musica e lasciarsi fermare senza irritarci. Il fenomeno strano che accade di fatto è proprio questo: la musica non concepita appositamente per la meditazione, durante la seduta meditativa, ci irrita. Provate voi stessi e presto vi renderete conto di quanto dico.
Abbiate cura di ciò che lasciate entrare nelle vostre orecchie e ricordatevi che l'udito è una porta principale, non secondaria. Ognuno di noi ha bisogno di una sana dieta di suoni, perché spesso ingurgitiamo tutto e tutto ci sembra innocuo. Non è così. Anche quando ci sediamo in poltrona a leggere un libro ci accorgiamo che la funzione della musica di sottofondo è importantissima. Spesso all'inizio ci pare che il genere sia quello giusto e che i brani scelti siano appropriati, ma dopo un po', quasi per magia, ci accorgiamo che la lettura diventa più rigida e il piacere che provavamo poco prima nel viaggiare fra le pagine del libro ha subìto uno scontro con il nostro udito. Io ho meditato spesso con il silenzio, perché il silenzio è come una conchiglia: ci puoi sentire quello che vuoi tu. La musica deve essere adatta davvero, altrimenti, invece di allontanarci, ci allontana. Da molti anni mi occupo di questo e mi rendo conto che oramai sotto la categoria New Age infiliamo tutto e tutto ci sembra adatto.
La musica è troppo importante, perché sono importanti i suoni nella nostra vita e dobbiamo piano piano rendercene conto e controllare questa nostra assurda bulimia che caratterizza le nostre vite.
Vi posso regale un attimo di silenzio sonoro? Ecco, ascoltate.
Zazen - Music for Meditation: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=c8tgMYNpfIE
Il Tesoro dei suoni. Gennaio 2012
Spesso mi riesce difficile immaginare, senza l'aiuto dei suoni che mi circondano. I nostri ricordi sono splendidi contenitori di suoni. Immaginate la vostra infanzia e cercate di ricordarvi i suoni del vostro quartiere, le voci degli amici, di vostra madre, padre e di tutti coloro che hanno arricchito la vostra infanzia con mille suoni colorati, buoni per essere ricordati ogni volta che lo desideriamo. I suoni di quando eravamo bambini sono stati indispensabili per la nostra crescita, sia interiore che fisica.
I suoni, come gli odori, ci aiutano a ricordare, a ritornare in un battito d'ali al tempo e ai posti che desideriamo, intrappolati nella nostra mente che non dimentica, ma che nasconde solo ciò che non le è indispensabile per vivere la quotidianità. Ho nascosto dentro di me migliaia di suoni ai quali ogni volta che scrivo un brano musicale faccio riferimento, perché dietro ai suoni ci sono le sensazioni, quindi anche i sentimenti: quando ascoltiamo in riva del mare il suono delle onde questo ci entra in profondità, scolpendo sia le immagini che i nostri ricordi. Ricordare un suono o un profumo è prendere contatto con la nostra interiorità, alla quale spesso, presi dal nostro andirivieni quotidiano, dedichiamo poco tempo e importanza. Noi siamo ciò che abbiamo dentro, ciò che ci portiamo mano nella mano in ogni frangente della nostra vita. Sono contento di ogni suono, perché anche quelli che spesso ci appaiano come rumori, se ci prendessimo la libertà di provarli ad ascoltare, ci accorgeremmo della loro vera natura. Immaginate una cascata senza il fragore dell'acqua, da immagine splendida ed evocativa si trasformerebbe in uno strano gioco di colori che ci spaventerebbe moltissimo. Riflettendo ci accorgiamo che il rumore provocato dall'acqua non è certo uno di quei suoni rilassanti che ascolteremmo come il suono delle onde del mare, ma se guardato per quello che è, non tralasciando la sua funzione e il suo vero volto, ci accorgiamo della bellezza anche di questo incredibile tonfo. Ciò che noi ascoltiamo in realtà è un insieme di molti suoni. Ritornando al suono delle onde possiamo, con un minimo di sforzo, individuare i molti suoni che lo compongono, come quello delle pietre che rotolano sulla spiaggia, la caduta dell'acqua su altra acqua e cosi via.
Un bellissimo modo di praticare la meditazione è quello di cercare di individuare in ogni suono che arriva al nostro orecchio le mille componenti che lo formano. Se pratichiamo questo apparentemente semplice esercizio ci renderemo conto di come l'udito è fondamentale per “viaggiare” fuori o dentro di noi. Come ogni oggetto che conosciamo, quindi anche i suoni non hanno un “sé” individuale, ma “intersono” ossia sono la causa di altri piccoli fattori. Appare davvero splendido individuarne i vari aspetti o parti che lo compongono. Il rispetto è una conseguenza della consapevolezza e spesso noi non rispettiamo perché non conosciamo. Dovremmo davvero riformare le nostre vite in funzione di una nuova consapevolezza che non solo ci aiuterebbe a vivere la nostra vita in ogni gesto, ma piuttosto trasformerebbe ogni cosa che facciamo in un piccolo miracolo. Ognuno di noi conosce ciò che si intende per libertà, ma spesso non si considera che vivere inconsapevolmente lasciandoci trasportare dall'abitudine o da qualsivoglia altro fattore è vivere schiavi di tutto ciò che ci spinge, come in coda in una enorme fila di persone. Quindi la vera libertà sta proprio nell'essere coscienti di ciò che ci attraversa gli occhi o l'udito, nel nostro caso. Una passeggiata senza prendere davvero coscienza di ciò che c'è intorno non si può certo considerare un liberarsi dalla quotidianità, perché ciò che ci portiamo dentro ci accompagnerebbe anche se fossimo sulla cima del monte più alto. Se quando mangiamo pensiamo ai problemi che abbiamo avuto sul lavoro: in realtà noi mangiamo quei problemi, non ciò che si trova nel nostro piatto. Lasciarsi andare ai vari suoni che compongono anche una semplice passeggiata in un qualsiasi centro storico ci ristorerebbe notevolmente, non serve vivere o andare tanto lontano da dove abitualmente ci troviamo a vivere. Il segreto è prendere coscienza di ciò che ci circonda.
I suoni sono un ottimo ponte per valicare sia le nostre paure che i nostri blocchi mentali. Molti tipi di meditazione si basano proprio su questo processo. Abbiamo già tutto ciò di cui necessitiamo per vivere e dare la giusta importanza ai suoni rende la nostra vita davvero più ricca di quella parte che nascondiamo per paura di scoprirci, di spogliarci di tutto ciò che ci ricopre e che le persone scambiano per noi, ma che in realtà è frutto delle nostre esperienze. La nostra vera natura ha bisogno di riposarsi cullata dai suoni che desideriamo lasciar penetrare dentro di noi. Apriamoci a ciò che ascoltiamo, sentiamo viviamo, non formiamo barriere invalicabili anche se spesso ogni volta che abbiamo lasciato aperta quella porta siamo stati colpiti, perché c'è sempre la possibilità di rifarci e questa nuova possibilità è la sola vera e responsabile via della nostra crescita. I suoni sono i genitori della musica, questo incredibile miracolo spesso maltrattato da esigenze di denaro o successo. L'avidità si manifesta anche nella musica che ci circonda. Abbiamo bisogno di respirare aria nuova, specie in questo periodo storico in cui la paura ci pizzica sempre in ogni momento. Aiutiamoci ad aiutarci e i suoni sono davvero gran parte del tesoro che abbiamo a disposizione. Cerchiamo di averne cura.
Pace e serenità a tutti voi.


Sito web personale: massimoclaus.altervista.orgquale unisce la chitarra a sonorità elettroniche, in un viaggio all'interno dell'animo umano attraverso brani importanti come 'Anima', 'L'uragano', 'Goccia', 'Avalon'. L'album ottiene un grande successo di critica, portandolo a pubblicare il libro 'Avatar - La chitarra di luce' nel quale affronta il lato psicologico del musicista, introducendo diverse tecniche innovative per suonare la chitarra. Allegato al libro registra anche il disco - dallo stesso titolo. La sua ricerca, iniziata con l'album 'Avatar' continua nella sfera del suono, portandolo a studiare i mantra, la musicoterapia e le molte altre forme di applicazione del suono in ambito terapico. Nel 2003 inizia la collaborazione con l'etichetta 'Ecosound' per la quale produce numerosissime pubblicazioni, dimostrando la sua versatilità musicale, passando dalla chitarra classica, alla musica chill-out a quella per la meditazione e il rilassamento fino alla realizzazione di opere di musica classica, toccando autori come Scarlatti, Bach, Mozart e Beethoven. Da ricordare sono i CD 'La chitarra incantata' vol. 1 e 2 nei quali si possono trovare brani storici della chitarra come la trascrizione per chitarra del Capriccio n. 5 di Paganini, Asturias o Ricuerdos della Alhambra, unitamente a brani composti dallo stesso Claus diventati ormai celebri come 'La finestra sul mare' o 'Serenata alla luna'. Per quanto riguarda il chillout un notevole successo ha ottenuto la serie 'Kardha Bar'. Convertito al Buddhismo, divenuto monaco fonda Myo Edizioni www.myoedizioni.it e abbandona la musica leggera per dedicarsi attivamente allo studio del suono nell’ambito spirituale, pubblicando vari Cd dedicati alla meditazione e all’invocazione di mantra e sutra buddhisti. Tiene attivamente seminari di meditazione, musicoterapia, musica traspersonale.
Sito web personale: massimoclaus.altervista.org
<§*§> LUCE INFINITA DELL'AMORE, DELLA COMPASSIONE, DELLA VERITA'<§*§>