lunedì 23 gennaio 2012

ESSENI = Medicina - Origini - Gnosi <*> Dal Vangelo di Tommaso all'Interazione con le altre DISCIPLINE OLISTICHE CONTEMPORANEE sul Pianeta

LA MEDICINA MESSIANICA E GLI ESSENI
Il cosidetto documento di Damasco scoperto a Kumran nel 1954, porta in gioco, dai segreti del tempo, la storia della comunità Essena, alla quale sembrano essere appartenuti Giuseppe d'Arimatea e Gesù stesso. Il nome Esseni deriva dall'aramaico Asyia, che significa medico.
La tradizione riferisce della loro straordinaria capacità di guarire il corpo e la mente attraverso l'uso di radici, foglie, fiori ecc. rituali per l'allontanamento degli spiriti malvagi e conoscenze segrete risalenti alle tradizioni Salomoniche.
Questa comunità si ritirava nelle parti più isolate del deserto dove regna il sole come energia creatrice e come folgorante luce celeste che cancella l'umido della notte. Gabriele, l'Arcangelo della tradizione avrebbe maturato la sua realizzazione spirituale proprio all'interno di questa comunità. Gesù stesso, prima di affrontare la vita pubblica, si ritirò nel deserto, dove i miracolosi poteri di guarigione venivano ottenuti con la preghiera e il digiuno. La regola principale della comunità è la differenza d'amore riservata per tutti i figli della luce e una naturale repulsione per tutti i figli delle tenebre.
L'aspettativa messianica della comunità interpretava alla fine dei tempi la manifestazione dell'unto del Signore. E' fuor di dubbio che nei testi ritrovati nei rotoli del mar Morto sia ricorrente l'opposizione netta di luce e tenebre.
Secondo alcuni saggi pubblicati in inglese nel 1994, dagli archivi nazionali dello stato del Kashmir, oggi conosciuto come piccolo Tibet, emergerebbe un documento riguardante Gesù Cristo. Il prof. F.M. Hassnain dichiarò sorprendentemente di essere in grado di dimostrare di aver scoperto la verità sugli anni perduti di Gesù e che la sua missione lo condusse in molti paesi del mondo allora conosciuto. Nei rotoli di Kumran si parla della storia di comunità ebraiche presenti in Persia, Afganistan, Srinagar (India), dove è fortemente radicata la tradizione che Mosè sia stato sepolto sul monte Nabu. A tal proposito dedica nel suo libro ampio spazio alle prove della presenza di Gesù in Ladak. Nicolas Notovic vide personalmente nel monastero di Hemis, rotoli tibetani riguardanti viaggi compiuti in India da Gesù, localmente chiamato Issa, dove un lama gli avrebbe spiegato che il figlio di Dio riconosceva lo spirito di Buddha e senza aiuto di fuoco o spada seminò nel mondo la conoscenza di questa grande religione. Issa è considerato uno dei primi 22 Buddha.
Il Vangelo degli Ebrei, escluso dai testi canonici, riferisce che Gesù viaggiò attraverso la Persia, l'Iraq (Caldea), fino a raggiungere l'India, venendo in contatto con induisti e buddhisti, accompagnando Giuseppe d'Arimatea commerciante di stagno. Giuseppe Flavio, approposito degli Esseni, dichiarava che essi avevano una profonda conoscenza delle erbe medicinali e nell'arte di guarire uomini e animali.
LA CROCIFISSIONE (versione Essena)
Hassain fornisce una versione essena della presunta morte di Gesù, dalla quale egli sfuggì grazie al provvidenziale intervento della punta della lancia del soldato romano che, perforando il cuore, liberò la condensazione prodotta dalla sincope in atto (uscì acqua mista a sangue) producendo uno stato di coma apparente. Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo furono stupiti scoprendo che era ancora vivo, esperti com'erano di arte medica come adepti esseni e gli praticarono le cure del caso immergendolo in ALOE PURO, che aiutandolo a formare tessuti freschi gli favorisse la circolazione del sangue e accelerasse la ripresa dall'intorpidimento. Rifocillato successivamente e spostato segretamente in un altro centro esseno, si mostrò in seguito ad alcuni discepoli. Che Gesù fosse vivo fu così strabiliante che l'apostolo Paolo, sei anni dopo la sua presunta morte, sulla via per Damasco, rimase folgorato vedendolo personalmente. Ciò produsse la sua conversione.
Dopo aver affidato a Paolo la missione di continuare la testimonianza, Gesù si diresse in Oriente dove, nello Srinagar, sarebbe stato conosciuto con il nome di Yuzu-Asaph. Fonti arabe e persiane parlano abbondantemente della vita di Gesù in Oriente e in particolare della sua tomba in Kashmir.
All'interno di un sarcofago lineo fu trovata una lastra di pietra fissata al pavimento con impronte di piedi visibili e i segni delle ferite. Da un esame comparato con la Sindone di Torino, le impronte dell'uomo del telo e della tomba in Kashmir risultarono essere le stesse. Numerosi conflitti sorsero in merito a questa teoria secondo la quale Gesù morì vecchissimo, all'età di 120 anni. Nei tempi più recenti, un libro dal titolo "L'altro volto di Gesù (memorie di un esseno) di A. e D. Meurois Givaudan, riportava dell'esperienza vissuta durante viaggi astrali nella lettura degli annali dell'Akasha. Il termine è sanscrito e designerebbe un elemento diverso dall'acqua, dall'aria, dal fuoco e dalla terra. Si tratterebbe di una sostanza sottile che darebbe all'universo la possibilità di registrare la memoria in forma visiva e acustica di ogni esperienza spirituale. La legge della Quinta Essenza era concepita dagli esseni grazie alle profezie di Ezechiele che, nella visione dell'aquila, del leone, del toro e del figlio d'uomo, intravede la visione della Gerusalemme celeste, nemica di Babilonia la grande. Osservando la natura di questa rappresentazione si possono facilmente estrarre i cinque elementi acqua, aria, fuoco, terra, etere.
<*> TOMMASO APOSTOLO - Esseno - Patrono dell'India <*>
ESSENI
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Esseni: Termine derivato dall’aramaico ‘asayya, medici dell'essere, dello spirito (insegnavano proprio la Medicina Biologico Naturale).vedi: Esseni ed i vangeli + ESSENI 2 + Esseni 3 + Giudeo-CristianiINFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA - Campi MORFOGENETICI

Setta ebraica di oscura origine, di cui è documentata l’esistenza dal II° secolo a.C.
Secondo Filone, Flavio Giuseppe e Plinio il Vecchio, ne vivevano circa 4000, specie nella zona del mar Morto (‘en gedi).
La
Bibbia non ne parla affatto, anche se per numerosi studiosi è molto probabile, anzi quasi certo, che Giovanni Battista e Gesù abbiano subito una forte influenza delle loro dottrine; di Gesu' si pensa che sia stato un loro iniziato/rabbino, che poi e' fuoriuscito da essi.
Nella loro dottrina si trovano diversi elementi della successiva mistica ebraica e cabalistica.
Setta degli antichi ebrei/giudei; al tempo del
Gesu' il nazareno, non accettavano l'autorità dei farisei/saducei "padroni" e controllori del tempio di Gerusalemme; non effettuavano sacrifici di animali perche' vegetariani; vivevano in comunità sulle colline che si trovano lungo il deserto che fiancheggia il mar morto in Palestina; scomparvero per opera dei romani; una delle loro comunità Masada, è rimasta nota per il suicidio di massa degli abitanti la comunità, i quali si suicidarono tutti quanti, pur di non cadere vivi nelle mani dei romani. che li assediavano da anni.
Nelle grotte di Qmran (zona mar morto) sono stati trovati dei rotoli (scritti in fenicio/aramaico/antico ebraico) da loro nascosti, dai quali si possono intravedere alcune loro credenze.
Essi (i figli della Luce = figli dell'Aor) erano parte di una lunga discendenza spirituale dei "puri ebrei", seguaci del Mose' che fu' membro della casa del faraone e quindi sacerdote (colui che conosce il sacro, l'occulto, il nascosto) e che erano con lui usciti (i loro padri spirituali) dall'Egitto; la loro ideologia originale (leggermente dissimile da quella degli Esseni che conosciamo attraverso i rotoli di Qmran), si trasmise di generazione in generazione e quindi di secolo in secolo fino ad arrivare agli anni contemporanei al nascente nuovo ebraismo messianico, (Gesu' il nazir) ovvero il giudeo-cristianesimo, che come gli Esseni, erano distaccati dal farisaismo dei giudei ufficiali (sinedrio di Gerusalemme) i quali furono poi quelli che, secondo ciò che troviamo scritto nei 4 vangeli Mt.Mc.Lu. Gio., condannarono assieme ai romani il "cospiratore"
Gesu' il nazareno - da nazir - (NON di Nazareth) alla morte per crocifissione sul Golgota, collinetta fuori le mura di Gerusalemme proprio situata lungo la circonvallazione, vi e' una grotta che appare come un teschio d'uomo ove vi e' un sepolcro con una grossa pietra che si rotolava davanti all'ingresso....
Gli
Esseni come i successivi giudeo-cristiani utilizzavano anche la medicina naturale: frizioni fredde, abluzioni, fangoterapia, idroterapia, (in Masada si sono trovate le vasche a caduta, per questi riti di idroterapia fatti all'alba ed al tramonto come vuole la regola maestra della medicina naturale) clisteri, digiuni, vegetarianesimo, fruttarismo, fitoterapia, imposizione delle mani (prano terapia), meditazione nel deserto, confessione pubblica e privata, urino terapia, mangiavano in comunità, festeggiavano il giorno di riposo (il 7° giorno della settimana, il sabato = come giorno di riposo), non effettuavano sacrifici animali perché anche vegetariani, ecc.ecc.

Secondo
Giuseppe Flavio, gli esseni usavano la "medicina naturale" per curare la malattia.
Leggiamo in Bellum iudaicum II,136 (traduzione di Luigi Moraldi): «Hanno una cura straordinaria degli scritti degli antichi, scegliendo specialmente quelli che riguardano il profitto dell'anima e del corpo. E qui studiano come guarire le malattie, le radici che preservano da esse e le proprietà delle pietre (minerali)».

Uno dei libri più importanti dell'essenismo è il Libro dei Giubilei, che risale alla seconda metà del secondo secolo a.C.
Leggiamo in Giub. X,12-13 (traduzione di Luigi Fusella): «Affinché Noè curasse con le piante della terra, noi [gli angeli] gli dicemmo, insieme con l'inganno, il rimedio di ogni malattia. E Noè, così come glielo avevamo insegnato, scrisse ogni specie di rimedio in un libro».
È dunque possibile che il contenuto del passo precedente di Giuseppe Flavio sia collegabile a questo passo del Libro dei Giubilei.
vedi anche:
http://www.capurromrc.it/cristo/sette.htm

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Siamo ormai a vari decenni dalla clamorosa scoperta dei Manoscritti dei rotoli del Mar morto, fiumi e fiumi di parole sono state dette, scritte e pensate. Noi pensiamo sia stato scritto troppo e a volte male.
La "nota" che ci ha sempre contraddistinto rispetto ai testi antichi e alle antiche tradizioni è la solita: dare la possibilità ad ognuno di "leggere" e "vivere" l'esperienza senza quella cattiva abitudine umana di "interpretare".
G. Cangemi scrive:
"..E mentre entrano nel patto, i sacerdoti ed i leviti benediranno il Salvatore e tutti i suoi atti si adempiano di promesse, e tutti coloro che entrano nel Patto diranno dopo di loro: Amen, Amen. (Amen non è da intendersi con "così sia", ma come dal'l'Apocalisse, inteso come il "testimone verace".

Quanto sopra, ovviamente, per ciò che concerne gli Esseni del Mar Morto. Tuttavia la stessa parola "Amen" nella comunità degli Esseni del nord (i Nazareni del Monte Carmelo), aveva un significato diverso, essendo essa una contrazione della parola "Aumen". Tale parola, di probabile origine egiziana (Kaumen) o mesopotamica, significava "il
Dio Nascosto o il Dio Vivente. (spesso abbreviato ne "Il Vivente", come si incontra spesso nel Vangelo gnostico di Tomaso o in altri gnostici).

Presso i
Nazareni l'espressione "B'ney Amen" significava, appunto, "Figli di Dio": ESATTAMENTE COME SI DEFINIVA GESU' il quale faceva parte della comunità Nazarena, da cui, tuttavia, si era in un certo qual modo differenziato aderendo (o fondando insieme) alla comunità degli Ebioniti - Nazareni di suo fratello Giacomo.
Una "piccola" osservazione. Il nome completo del "Vivente" era: Aumen El, (Il Dio Nascosto o il Dio Vivente). E' sin troppo ovvio che il nome "Emanuel", attribuito a Gesù, NON DERIVAVA AFFATTO dall’EBRAICO "IMHA'NU EL", che significa "Dio è con noi", ma proprio da AUMEN EL, termine TIPICO della setta dei NAZARENI !

A causa della evidente CENSURA OPERATA nei confronti della comunità ESSENO-NAZARENA, da parte degli "evangelisti" e delle gerarchie ecclesiastiche, le quali seguivano PRECISE strategie tese ad obliare certi aspetti che intendevano mantenere nascosti, i furbastri fondatori hanno lasciato credere che "Emanuel" (Aumen El) derivasse dall'ebraico e che significasse "Dio è con noi" !

MA PERCHE' tutta questa "censura" all'insegna dei NAZARENI ? Censura che è arrivata persino alla risibile affermazione che "Nazareno" significasse "abitante di Nazareth" !, si possono fare varie ipotesi: tuttavia, a mio avviso, la spiegazione risiede nel fatto che la fede dei Nazareni si identificava con quella giudaica solo in parte. Ed è solo in parte che AUMEN EL si identificava con Yahweh !
Infatti, Aumen El, a differenza di Yahweh, era un Dio "androgino", più vicino alle deità del mondo pagano-gentilizio che a quello ortodosso ebraico !
I nazareni, rigidamente vegetariani, contestavano la legge dei sadducei, affermando che tale legge era menzognera, in quanto Mosè diede agli israeliti (e quindi ai nazareni) un'altra Legge, successivamente "armonizzata" (per usare un termine cattolico!) dalla protervia dei sadducei !
Un forte motivo di contrasto era rappresentato dai sacrifici degli animali sull'altare del Tempio !
A prescindere dall'aspetto etico, secondo il quale i nazareni ritenevano che anche la vita degli animali, al pari di quella degli uomini, andasse rispettata, c'è anche un'altro aspetto importante: tali sacrifici riconducevano direttamente alle usanze dei pagani, per cui i nazareni ritenevano inammissibile il fatto che
Mosè potesse aver dato tale legge ! (Considerando che gli animali sacrificati finivano nelle cucine dei sadducei, si può anche capire l'avversione che costoro provavano nei confronti dei Nazareni !)

Gli ESSENI del MAR MORTO.
Chi erano costoro ? Innanzitutto va chiarito, una volta per tutte, che la parola "esseno" (nel linguaggio dei primi nazareni, ESSAYY) non identificava l'adepto ad una particolare setta, ma solo le CARATTERISTICHE degli adepti a determinate sette, in quanto "esseni" significava "guaritori".
Nello stesso linguaggio, anche i "medici" egiziani sarebbero stati chiamati a loro volta "esseni", senza tuttavia avere nulla in comune per ciò che concerne l'aspetto religioso delle sette palestinesi !
Dunque, Esseni come "guaritori", in generale. Gli esseni del Mar Morto avevano, rispetto agli
esseni-nazareni, una connotazione decisamente più "giudaizzante".
Molto probabilmente gli altri Esseni presenti nel nord dell'Egitto, e che furono chiamati dai greci "therapeuti" (medici o guaritori), avevano caratteristiche intermedie tra i nazareni e gli esseni del Mar Morto.
Il nome con il quale questi esseni erano identificati dalla popolazione non greca era "Jesseani" (o Jessaeni): nome dal quale sicuramente derivò "Ossaeni", cioè gli ESSENI del MAR MORTO, (con tale nome li identificò Epifanio di Salamina)
Dal momento che lo stesso Eusebio di Cesarea affermò che i primi "cristiani" vennero chiamati "jesseni" (solo gli sciocchi, i disinformati e gli accademici della Mira Lanza possono credere che i primi cristiani
venissero chiamati "cristiani"), e che altri padri "fondatori" affermarono che il cristianesimo nacque in Egitto, tra la comunità dei terapeuti, si può ben capire l'effettiva presenza di
Gesù in Egitto, e NON CERTO IN TENERA ETA' !

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I sette specchi Esseni
Chi sono gli Esseni?Chiamati anche nazareniNazareth era un loro presidio molto importante – è il popolo da cui discende Gesù Cristo e che si presume vivesse vicino a Masada. Gli esseni erano contadini, frutticoltori e profondi conoscitori delle proprietà delle erbe, dei cristalli e del colore con i quali curavano tutti coloro che richiedevano il loro aiuto.
Detenevano quindi un’antica conoscenza, tramandata da Atlantide, portata in Palestina da Mosè e dal suo popolo (gli esseni) e divulgata successivamente in Europa dagli egizi. Medici e guaritori, con leggi e tradizioni ortodosse, imponevano a chi desiderava entrare nella loro comunità delle iniziazioni che duravano fino a sette anni.
La loro era una stirpe reale, proveniente da una razza e cultura diversa da quella dei rabbini e farisei del Tempio di Gerusalemme. Convinti vegetariani, non facevano sacrifici a Dio e dedicavano molto del proprio tempo a ringraziarlo, attraverso le preghiere che rivolgevano agli Angeli, a cui erano particolarmente devoti.
Si dice che si alzassero all’alba e andassero nei boschi a chiamare le energie angeliche, con le quali si intrattenevano in modo molto naturale. Abbandonate le vanità del mondo, si erano ritirati ad una vita semplice che consentiva di avvicinarsi allo spirito per viverlo nella materia come successivamente Gesù il Cristo (cristhos = “sapere“) ci ha ampiamente raccomandato.
Si dice che il loro nome abbia una radice ebraica hasidim (“Pii”); altri sostengono che esseni derivi dall’aramaico asya (“medico”). Ciò che di “ufficiale” si sa di loro ci viene tramandato dagli scritti di Plinio il Vecchio, Flavio Giuseppe, Filone Alessandrino e dai Rotoli di Qumran ritrovati a Qumran, vicino al mar Morto, intorno al 1947. Questi antichi rotoli, decodificati dall’ebraico antico e dall’aramaico, sono stati solo parzialmente divulgati. Perché non lo sono stati interamente? Cosa contenevano di così pericoloso?

La spiritualità Essena

Molti dei loro insegnanti spirituali sono presenti in numerose religioni. In particolare, l’aspetto esoterico dell’insegnamento esseno era rappresentato dall’albero della vita e dalle comunioni essene con gli angeli di cui troviamo traccia nel libro Il Vangelo Esseno della Pace dove gli angeli vengono chiamati energie elettromagnetiche della luce, dell’aria, della terra, dell’acqua e del .
L’esperienza essena si ritrova nello Zend Avesta di Zarathustra, negli insegnamenti dei Veda e nel buddismo, dove il “sacro albero dell’illuminazione” non è altro che l’albero della vita. In Occidente contribuirono alla ricerca spirituale dello gnosticismo, della Cabala e del Cristianesimo.
Uno tra i principali argomenti di studio della comunità essena riguardava il tema della resurrezione del corpo che trovava il suo fondamento nella convinzione che ci sarebbe stato un tempo (il nostro) in cui il corpo sarebbe risorto a nuova vita; un tempo in cui l’uomo avrebbe sconfitto la morte e i “figli della luce” (come gli esseni si definivano) avrebbero vissuto nella Luce.
Il pensiero esseno sosteneva anche che l’essere umano, in accordo con il proprio Dio interiore, custodisce un “progetto dell’anima” e che, aiutato dai propri angeli custodi, dalle guide e dai maestri, arriva sulla Terra per imparare ciò che si è prefisso, acquisendo integrità ed esperienza per crescere nella consapevolezza di essere di luce.
L’uomo ha quindi il suo destino di predestinazione e poco può fare per cambiarlo; può agevolarlo o ritardarlo, ma è solo una questione di tempo. Concetti quali “la vita dell’anima” e “la coscienza dopo la morte fisica” erano ampiamente insegnati nelle loro scuole di saggezza e nello studio dei simboli come l’albero della vita.
Per meglio conoscere la grande esperienza spirituale tramandata dagli esseni, occorre risalire al tempo del faraone egizio Amhenotep IV o Akhenaton della XVIII dinastia, che impose il culto monoteistico del disco solare Aton. Venuto sulla Terra con il preciso compito di divulgare alcune conoscenze sull’unico dio Aton, Akenathon si dedicò alla preparazione di un popolo che successivamente avrebbe per primo prodotto un cambiamento nella coscienza, iscritto nel DNA delle generazioni successive e che si sarebbe risvegliato a tempo debito. Il popolo in questione erano gli esseni, portati successivamente in Palestina da Mosè, che alcuni sostengono essere stato Akenaton stesso.

L’eredità spirituale degli Esseni

Un bellissimo colloquio fra Carlos Castaneda e Don Juan suo maestro dice: “Un improvviso colpo di vento mi colpì, facendomi bruciare gli occhi.” Guardai il punto in questione e vidi che tutto era normale. “Non riesco a vedere niente” dissi. “L’hai appena sentito” – rispose lui – “Cosa? Il vento?”. “Non solo il vento”, disse lui, “Ti può sembrare il vento, perché il vento è la sola cosa che conosci”.
Gregg Braden, famoso geologo e spiritualista americano, dice che noi siamo coloro che “camminano tra i mondi”, i pionieri, ovvero coloro che hanno un piede nella vecchia concezione del mondo e un altro nel nuovo risveglio che conduce a ricordare chi siamo veramente. Si sta ristabilendo il contatto con gli angeli, con quelle energie elettromagnetiche che sono perfettamente consapevoli e vive intorno a noi.
Riflettete: che cosa sta succedendo? Quante sono le cose che non conosciamo? Le nostre convinzioni tradizionali e i nostri condizionamenti si stanno sgretolando per lasciar spazio a nuovi modi di essere e di pensare, ad emozioni capaci di risvegliare in noi quelle parti addormentate da molto tempo.
A questo proposito gli esseni ci hanno tramandato una “tecnologia” che ci permette di velocizzare questo processo di trasformazione, rendendolo al tempo stesso più armonioso e gentile. Si tratta di una “tecnologia interiore“, arrivata a noi grazie al prezioso lavoro di Gregg Braden, nota come I Sette Specchi Esseni dei rapporti umani e della compassione.
Applicare questa tecnologia alla propria vita implica un cambiamento nelle emozioni e il raggiungimento della serenità e della quiete; tutto il mondo intorno a noi cambierà, perché ciò che noi siamo nel presente cambierà. L’uomo crea infatti la propria realtà attraverso i pensieri e le emozioni; intervenire su pensieri ed emozioni può quindi cambiare il mondo intero.
Alcuni potrebbero obiettare che si tratta di un concetto semplicistico e incapace di modificare realtà devastanti, quali la fame nel mondo e le guerre in atto in vari Paesi. Ma tutto inizia dal primo mattone; se il primo passo è un atto di pace e di comprensione di ciò che si è nel presente, tutti i rapporti umani ne avranno un beneficio e chi sta di fronte cesserà di essere il nemico.
Di seguito riportiamo la “tecnologia” relativa ai Sette Specchi e alcuni passaggi tratti dalla videoconferenza Camminare tra i Mondi di Gregg Braden.

I sette specchi Esseni

Gli antichi esseni identificarono, forse meglio di chiunque altro, il ruolo dei rapporti umani definendoli in sette categorie: sette misteri corrispondenti ai vari tipi di rapporto che ciascun essere umano avrebbe sperimentato nel corso della propria vita di relazione. Gli esseni hanno definito queste categorie “specchi“, ricordandoci che, in ogni momento della vita, la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano.
Il primo Specchio Esseno riguarda la nostra presenza nel momento presente. Il mistero è incentrato su cosa noi inviamo, nel presente, alle persone che ci stanno accanto. Quando ci troviamo circondati da individui e modelli di comportamento in cui dominano la rabbia o la paura, lo specchio funziona in entrambi i sensi. Potrebbe invece trattarsi di gioia, estasi e felicità perché ciò che vediamo nel primo specchio è l’immagine di quello che noi siamo nel presente. Chi ci è vicino ce lo rimanda, rispecchiandoci.
Il secondo Specchio Esseno ha una qualità simile alla precedente, ma è un po’ più sottile, anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel presente. Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel presente?”. Se potete onestamente rispondervi con un no, c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente. La rabbia, l’astio o la gioia che voi state giudicando.
Il terzo Specchio Esseno è uno degli specchi più facili da riconoscere, perché è percepibile ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona, quando la guardiamo negli occhi e, in quel momento, sentiamo che accade qualcosa di magico. Alla presenza di questa persona, che forse non conosciamo nemmeno, sentiamo come una scossa elettrica, la pelle d’oca sulla nuca o sulle braccia. Che cosa è successo in quell’attimo? Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi per poter sopravvivere alle esperienze della vita. Queste “parti di noi” possono venir perse più o meno consapevolmente, o portate via da coloro che esercitano un potere su di noi. Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con lui, ponetevi una domanda: che cos’ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via? La risposta potrebbe sorprendervi molto, perché in realtà riconoscerete questa “sensazione di familiarità” quasi verso chiunque incontriate. Vedrete cioè delle parti di voi stessi in tutti. Questo è il terzo mistero dei rapporti umani.
Il quarto Specchio Esseno è una qualità un po’ diversa. Spesso nel corso degli anni ci accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli. Sovente tali comportamenti sono compulsivi e creano dipendenza. Il quarto mistero dei rapporti umani ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso esse rinunciamo lentamente proprio alle cose cui teniamo di più, le cediamo, le lasciamo. Ad esempio, quando parliamo di dipendenza e compulsione, molte persone pensano all’alcol e alla nicotina. Ma ci sono altri modelli di comportamento più sottili; si pensi all’esercizio di controllo in ambito aziendale e in famiglia, alla dipendenza dal sesso e dal possedere o generare denaro e abbondanza. Quando una persona incarna un simile modello di comportamento, può star certa che il modello, che pur è bello di per sé, si è creato lentamente nel tempo. Se riorganizziamo le nostre vite per far posto al modello dell’alcolismo o all’abuso di sostanze, forse stiamo rinunciando a porzioni della nostra vita rappresentate dalle persone che amiamo, dalla famiglia, dal lavoro, dalla nostra stessa sopravvivenza. Il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza dover arrivare agli estremi e perdendo tutto. Possiamo riconoscerlo, guarirlo e ritrovare la nostra interezza ad ogni step.
Il quinto Specchio Esseno è forse il più potente in assoluto, perché ci permette di vedere meglio, e con maggiore profondità degli altri, la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori e l’interazione che intratteniamo con loro. Attraverso esso ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le credenze e le aspettative che nutriamo nei confronti del rapporto più sacro che ci sia dato di conoscere sulla Terra: il rapporto che intercorre fra noi, la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo. La relazione con i nostri genitori può quindi svelarci il nostro rapporto con il divino. Per esempio, se ci sentiamo continuamente giudicati o se viviamo in una condizione per cui “non è mai abbastanza”, è altamente probabile che il rapporto con i nostri genitori rifletta la seguente verità: siamo noi che, grazie alla percezione che abbiamo della nostra persona e del Creatore, crediamo di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che da noi ci si aspettava.
Il sesto Specchio Esseno ha un nome abbastanza infausto; gli antichi lo chiamarono infatti l’oscura notte dell’anima. Ma attenzione, lo specchio in sé non è necessariamente sinistro come il nome che porta. Attraverso un’oscura notte dell’anima ci viene infatti ricordato che la vita e la natura tendono verso l’equilibrio e che ci vuole un essere magistrale per bilanciare quell’equilibrio. Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita, possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo aver accumulato gli strumenti necessari per superarle con grazia e facilità; perché è quello il solo modo per superarle. Fino a che non abbiamo fatto nostri quegli strumenti, non ci troveremo mai nelle situazioni che ci richiedono di dimostrare determinati livelli di abilità. Quindi, da questa prospettiva, le sfide più alte della vita, quelle che ci vengono imposte dai rapporti umani e forse dalla nostra stessa sopravvivenza, possono essere concepite come delle grandi opportunità, che ci consentono di saggiare la nostra abilità, anziché come dei test da superare o fallire. E’ proprio attraverso lo specchio della notte oscura dell’anima che vediamo noi stessi nudi, forse per la prima volta, senza l’emozione, il sentimento ed il pensiero, senza tutte le architetture che ci siamo creati intorno per proteggerci. Attraverso questo specchio possiamo anche provare a noi stessi che il processo vitale è degno di fiducia e che tale fiducia può essere accordata anche a noi, mentre stiamo vivendo la vita. La notte oscura dell’anima rappresenta l’opportunità di perdere tutto ciò che ci è sempre stato caro nella vita. Confrontandoci con la nudità di quel niente, mentre ci arrampichiamo fuori dall’abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo noi stessi in una nuova luce, possiamo però esprimere i nostri più alti livelli di maestria.
Il settimo Specchio Esseno dalla prospettiva degli antichi era il più sottile e, per alcuni versi, anche il più difficile. E’ quello che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli alti traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. Senza usare riferimenti esterni di nessun genere. Il solo modo in cui riusciamo a vederci sotto la luce del successo o del fallimento è quando misuriamo i nostri risultati facendo uso di un metro esterno. Ma a quel punto sorge la seguente domanda: “A quale modello ci stiamo rifacendo per misurare i nostri risultati? Quale metro usiamo?” Nella prospettiva di questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni aspetto della nostra vita personale – qualsiasi aspetto – sia perfetto così com’è. Dalla forma e peso del nostro corpo, ai risultati personali in ambito accademico, aziendale o sportivo. Ci renderemo conto insieme che, in effetti, questo è vero e che un risultato può essere sottoposto a giudizio solo quando viene paragonato ad un riferimento esterno. Il settimo specchio ci invita quindi a permetterci di essere il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo.


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Dott. Massimo Cogliandro
Medico Chirurgo
Medico Agopuntore
Master Universitario in Neurologia e Neurofisiologia dell’età Pediatrica
Magister Ecclesiae Lucis
De Medicina Gnostica
Liber primus
I.
Premessa
Considerata la notevole somiglianza fra la Medicina Tradizionale Gnostica e la Medicina Tradizionale Cinese, per rendere chiaro il discorso al lettore moderno, nel corso del Trattato affiancherò costantemente alla terminologia medica gnostica la terminologia medica cinese.
Alcuni dei cinque elementi sono chiamati diversamente nella Medicina Gnostica rispetto alla Medicina Cinese, ma le caratteristiche ad essi associate sono fondamentalmente le stesse. Così, l’elemento Legno della M.T.C. nella Medicina Cristiana Gnostica viene chiamato Vento, l’elemento Terra della Medicina Cinese nella Medicina Cristiana Gnostica viene chiamato Luce e l’elemento Metallo della Medicina Cinese nella Medicina Cristiana Gnostica viene chiamato Etere.
L’uso di un linguaggio mutuato dalle Medicine Orientali per spiegare la Medicina Gnostica è giustificato dal fatto che lo stesso Gesù, formatosi in gioventù alla Medicina Essena, volle perfezionare la propria conoscenza della Medicina Buddista fondata sui Quattro Tantra del Buddha d’Acquamarina nel corso di un viaggio in India, di cui abbiamo notizia da un antico Vangelo Gnostico Manicheo dell’ VIII°-IX° secolo p.Chr.n. ritrovato da Roerich in un monastero tibetano:
“Gesù lasciò in segreto i suoi genitori e insieme ai mercanti di Gerusalemme si avviò verso l’Indo per perfezionarsi nella Parola Divina. E per studiare le leggi del Grande Buddha” (Cfr. nel Vangelo Manicheo scoperto da Roerich e pubblicato in italiano nel libro intitolato “Gli anni perduti di Gesù” di Elizabeth Clare Prophet).
Roerich e altri studiosi, in seguito alla lettura di questo Vangelo, ritennero di trovarsi di fronte ad un testo nestoriano.
Questa considerazione è da ritenersi errata per il semplice fatto che Gesù era considerato un Buddha solo dagli Gnostici Manichei presenti nella regione, certo non dai Nestoriani…
L’Apostolo Mani sapeva benissimo che l’insegnamento medico di Gesù portava a perfezione quanto già spiegato dal Buddha d’Acquamarina nei Quattro Tantra. Per questo motivo, egli, per spiegare la Medicina del Salvatore, riprende i temi e il linguaggio usati dal Buddha d’Acquamarina nei Quattro Tantra.
Questo Trattato vuole essere una risposta a chi nel 1796, abolendo per decreto la Medicina Galenica e dando inizio con la forza delle armi e non della scienza alla storia della Medicina Allopatica Rasoriana e post-Browniana, pensava di avere inferto un colpo definitivo alla Medicina Naturale e, in particolare, alla Medicina Cristiana.
II.
Introduzione
La Medicina Essena, cioè la Medicina in uso presso la comunità di medici (“esseni”) in cui Gesù è stato educato negli anni della sua giovinezza, era strettamente dipendente dalla Medicina in uso nel vicino Egitto, dove peraltro ad Alessandria viveva una delle più importanti comunità ebraiche del Mediterraneo.
Si tenga conto inoltre che, come ci insegna Freud nel suo libro “Mosè e le origini del Monoteismo”, gli ebrei in origine non erano altro che gli Egiziani che professavano il culto di Aton/Adonai, che hanno abbandonato l’Egitto dopo la morte del Faraone Akhenaton per recarsi nella attuale Palestina.
III.
La Legge dei Cinque Elementi nella Antropologia Gnostica
Questi egiziani in fuga dall’Egitto naturalmente hanno portato con sé anche dei medici depositari delle tradizioni mediche e terapeutiche egiziane, che si sono tramandate fino ai tempi di Gesù (in Egitto la tradizione medica egizia durerà fino alla fine del IV° secolo p. Chr. n., quando l’imperatore Teodosio chiuse le Case della Vita).
Il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi e dei Cinque Organi della Medicina Gnostica Manichea, analogo al Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi e dei Cinque Organi della Medicina Tradizionale Cinese, affonda le proprie radici nel Genesi, dove Tutmoses (Mosè) descrive il Ciclo di Creazione dei Cinque Elementi nel Macrocosmo e nel Microcosmo Umano secondo la Medicina Egiziana del tempo. Noi, naturalmente, ci soffermeremo solo su questo secondo aspetto per come è stato spiegato da Gesù e dall’Apostolo Mani.
Il Genesi inizia con la descrizione della Generazione del Qi Originario, chiamato Ruach (cioè “spirito”, “vento”, “soffio”) in ebraico:
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era una massa senza forma e vuota; le tenebre ricoprivano l’abisso, e sulle acque aleggiava il Ruach [spirito, vento, soffio] di Dio (Genesi 1,2)
Dal Ruach, cioè dal Qi Originario o Yuan Qi, è originata la “Luce”, cioè il Qi Microcosmico, che costituisce il primo elemento universale senza il quale nessuno dei Cinque Elementi Microcosmici può esistere:
Dio disse: “Sia la Luce (cioè il Qi Microcosmico del Cielo Anteriore dei Reni, che si forma dal Qi Originario al momento del concepimento). E la Luce fu” (Genesi, 1,3).
Il testo continua poi con la descrizione della Creazione dell’Elemento Acqua a cui gli Egiziani associavano l’Organo Rene, cioè l’Organo sede della Luce Originaria e dell’Essenza Originaria del nostro organismo:
Dio disse: “Sia il firmamento (cioè il Triplice Riscaldatore) in mezzo alle acque per separare le acque (cioè la funzione renale Yin, che è la Sorgente inferiore della Via delle Acque) dalle acque (cioè dalla funzione splenica Yin, che è la Sorgente superiore della Via delle Acque), che sono sopra il firmamento. E così avvenne (Genesi, 1, 6-7).
Subito dopo troviamo descritta la Creazione dell’Elemento Terra:
Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo (cioè distribuite dal Triplice Riscaldatore) si raccolgano in un solo luogo (nell’Organo Milza) e appaia l’asciutto (l’aspetto Yang dell’Elemento Terra, cioè il Viscere Stomaco)” (Genesi, 1, 9-10).
Mosè ci parla poi della Generazione dell’Elemento Legno e della sua funzione di Dominio (Controllo in M.T.C.) sull’Elemento Terra, da cui trae la propria linfa vitale.
Dal punto di vista della fisiopatologia delle tre anime Hun, l’Elemento Legno è qui rappresentato dai “germogli”, cioè dalla prima anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore, dalle “erbe che producono seme”, cioè dalla seconda anima Hun che governa il Riscaldatore Medio, e dagli “alberi che fanno ciascuno frutto con il seme”, cioè dalla terza anima Hun che governa il Riscaldatore Superiore:
E Dio disse: “La Terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie”. E così avvenne: la Terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme (Genesi, 1, 11-12)
Dal Punto di vista della fisiopatologia dei Cinque Organi, questo testo deve invece essere letto così: la Milza, Organo appartenente all’Elemento Terra, produce il Sangue, che sarà immagazzinato nel Fegato, Organo appartenente all’Elemento Legno (qui rappresentato dai “germogli”, dai “semi” e dagli “alberi da frutto”, che traggono appunto la propria linfa vitale, cioè il Sangue, dall’Elemento Terra, vale a dire dalla Milza), il quale a sua volta fornirà il Sangue al Cuore, che lo distribuirà a tutto il corpo.
E’ quasi inutile ricordare come il richiamo di Tutmoses/Mosè all’Elemento Terra, che per opera di Adonai (il Principio Cosmico Yang) produce “germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto”, rappresenti una chiara rievocazione dell’analoga tematica medico/filosofica affrontata nell’Inno ad Aton dal faraone Akhenaton:
Quando la terra schiarisce e tu ti levi all'orizzonte,
e brilli come l'Aton del giorno,
Quando disperdi l'oscurità e mostri i tuoi raggi […].
Tutte le bestie sono contente nei loro pascoli,
e gli alberi e le erbe verdeggiano.
Gli uccelli volano via dai loro nidi,
e le loro ali lodano la tua Essenza Divina (il Qi Originario).
Tutte le fiere selvagge si destano,
e tutto ciò che vola e si posa.
Tutti vivono quando esci a risplendere per loro!
I battelli vanno su e giù per la corrente,
e ogni via è aperta, da quando ti sei levato.
I pesci del fiume guizzano davanti alla tua faccia,
e i tuoi raggi sono in mezzo al Grande Verde.
Tu che poni in essere i figli nelle donne,
e crei il fluido (cioè il Jing, l’essenza Originaria dei Reni) nell'umanità.
Che nutri il figlio nel grembo della madre,
che lo lenisci affinché non pianga,
o nutrice di chi è in grembo!
Che dai il respiro (cioè il Qi del Cielo) per tenere in vita
tutto ciò che hai creato;
quando il piccolo esce dal grembo il giorno della nascita,
tu gli apri la bocca alla parola, e gli dai tutto ciò di cui ha bisogno.
Il pulcino nell'uovo cinguetta nel guscio,
perché là dentro gli dai il respiro per tenerlo in vita.
Lo porti a completezza nell'uovo affinché lo rompa;
e quando è completo esce dall'uovo,
e si muove sulle sue zampe quando ne esce.
(estratto dall’Inno ad Aton del faraone Akhenaton).
Troviamo una conferma che i Cristiani Gnostici interpretavano il Ciclo di Creazione dei Cinque Elementi Microcosmici alla luce del Testo Mosaico del Genesi e dell’Inno ad Aton dalla lettura di uno dei pochi testi che ci sono rimasti di Valentino, Maestro Gnostico del II° secolo p. Chr. n., che tra l’altro fu uno dei due candidati alla carica di Vescovo di Roma nella II^ metà del II° secolo p. Chr. n.:
Vedo che tutto è sospeso per lo spirito,
osservo che tutto è trasportato dallo spirito:
la carne è sospesa all'anima,
l'anima è trasportata dall'aria,
l'aria è sospesa all'etere,
frutti provengono dall'abisso,
un infante proviene dall'utero.
Mosè nel Genesi, insieme alla descrizione del Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi Microcosmici, riprende il tema caro ad Akhenaton della centralità della Medicina Prenatale e Perinatale nella Medicina Sacra di Aton, perché la salute del feto e del bambino sono alla base della salute futura dell’Uomo che da essi si svilupperà.
Nel Genesi troviamo poi descritta la creazione dell’Elemento Fuoco, rappresentato dalle Stelle del Firmamento (tema Microcosmico che tornerà in tanti Testi Gnostici Cristiani):
Dio disse: “Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del Cielo per illuminare la terra” (Genesi, 1, 14).
Qui il Fuoco delle Stelle rappresenta lo Yang dei Reni (rappresentati dall’Oscurità del Firmamento: il Buio e l’Oscurità nelle medicine tradizionali in genere sono associati ai Reni), che alimenta il Fuoco Ministeriale e, quindi, il Triplice Riscaldatore, che come noto è il principale “Organo” appartenente all’elemento Fuoco.
Terminata la Creazione dei Cinque Elementi Microcosmici, Tutmoses (Mosè) passa a narrarci la Creazione del Sole, cioè del Principio Microcosmico Yang, e della Luna, cioè del Principio Microcosmico Yin:
Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte (Genesi, 1, 16).
E’ proprio a questo testo cui si rifà il Medico Gnostico Mar Mani, quando parla del Sole e della Luna come della immagine dei due Principi Microcosmici da adorare entrambi, in quanto entrambi sono la fonte della Vita nell’Uomo e nell’Universo.
Tutmoses/Mosè parla poi della creazione degli esseri viventi e degli uccelli nella loro molteplicità, che rappresenta in realtà la Varietà dei Soffi Vitali, che animano il metabolismo dell’Essere Umano. Naturalmente, i Soffi Vitali Yang sono rappresentati dagli uccelli del Cielo, mentre i Soffi Vitali Yin sono rappresentati dagli esseri viventi che vivono nelle acque:
Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo”. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra” (Genesi, 1, 20)
Gesù nel Vangelo di Tomaso spiega con chiarezza il Significato Medico e Microcosmico di questo passo del Genesi e invita i suoi discepoli a non ascoltare le interpretazioni alienanti del testo mosaico elaborate dalla casta sacerdotale del tempo:
Gesù disse: “Se coloro che vi guidano vi dicono: Ecco il Regno (di Dio) è in cielo! Allora gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi dicono: E’ nel mare! Allora i pesci del mare vi precederanno. Il Regno è invece dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete, allora sarete conosciuti e saprete che voi siete i figli del Padre che vive. Ma se non vi conoscerete, allora dimorerete nella povertà, e sarete la povertà” (Vangelo di Tomaso, loghion n° 3)
Gesù intende dire che i “pesci” di cui parla il Genesi non sono realmente dei pesci, ma rappresentazioni simboliche dei Soffi Vitali Yin della antica Medicina Atonista, mentre gli “uccelli” di cui parla il Genesi non sono realmente degli uccelli, ma delle rappresentazioni simboliche dei Soffi Vitali Yang della antica Medicina Atonista.
Viene poi descritta la Creazione di Adamo ed Eva. Naturalmente, Adamo rappresenta il Rene Yang, cioè il Rene Destro, mentre Eva rappresenta il Rene Yin. Nei due Reni si riflette a livello microcosmico il dualismo macrocosmico tra i due principi Yin e Yang.
In questo senso, Adonai crea “a sua immagine e somiglianza” l’Uomo e la Donna:
Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò (Genesi, 1, 27).
Ai due Reni Aton/Adonai associa la funzione riproduttiva:
Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate (con le arti della Medicina Atonista) sui pesci del mare (cioè sugli Squilibri dei Soffi Vitali Yin) e sugli uccelli del Cielo (cioè sugli squilibri dei Soffi Vitali Yang) e su ogni essere vivente che striscia sulla terra (cioè sugli Squilibri dell’Elemento Terra, che sorgono dal mescolarsi degli Squilibri dei Soffi Vitali Yin e dei Soffi Vitali Yang patogeni) (Genesi, 1, 28)
Il Genesi poi parla della Creazione del Ming Men o Porta della Vita, che nel linguaggio medico atonista viene chiamato “Albero della Vita”, che genera il “fiume di Eden”, cioè il Triplice Riscaldatore, che “si divide e forma quattro corsi” per distribuire i liquidi biologici provenienti dal Rene agli altri Quattro Organi (Milza, Fegato, Cuore, Polmoni), rappresentati naturalmente nel testo biblico dai Quattro Paesi in cui arrivano i Quattro Corsi:
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo (nel giardino di Eden) ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il Primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avila, dove c’è l’oro e l’oro di quella terra è fine; qui c’è anche la resina odorosa e la pietra d’onice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d’Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate (Genesi, 2, 9-14).
Come l’Albero della Vita distribuisce il Fuoco e l’Acqua dei Reni ai Quattro Organi, così l’Albero della Conoscenza, cioè la Facoltà Spirituale (Shen) dei Reni alimenta le Facoltà Spirituali (Shen) associate agli altri Quattro Organi.
Infine, Mosè/Tutmoses ci spiega come gli Squilibri Emozionali associati ai Cinque Organi dipendano dagli Squilibri Emozionali associati ai Reni (rappresentati dal “cogliere il frutto proibito dell’Albero della Conoscenza”), che quindi possono condurre a morte (la cacciata dall’Eden).
Mikio Kushi nel suo volume intitolato “Il Nuovo Libro della Macrobiotica” spiega con chiarezza come Gesù ha trasmesso ai suoi discepoli l’antica dottrina del Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi:
Nell’episodio di Gesù che sfama la folla con due pesci e cinque pani, i due pesci rappresentano Yin e Yang, i cinque pani la dottrina delle cinque trasformazioni (ulteriore raffinamento di Yin e Yang e del ciclo universale del mutamento). Gesù non sazia la folla fisicamente, ma le insegna l’Ordine dell’infinito Universo, che definisce Giustizia del Regno dei Cieli (Mikio Kushi, Il Nuovo Libro della Macrobiotica, pag. 28, Ed. Mediterranee, 2002).
Nel Vangelo di Tomaso Gesù espone in maniera ancora più esplicita i principi antropologici alla base della Legge dei Cinque Elementi Microcosmici:
Gesù disse: “[…] In Paradiso avete cinque alberi che non cambiano né d’estate né d’inverno e le loro foglie non cadono: colui che li conosce non gusterà la morte” (Vangelo di Tomaso, loghion n°19).
I cinque alberi di cui parla Gesù sono le cinque parti dell’anima, corrispondenti ai cinque elementi o enti della Medicina Egiziana ed Essena.
Le cinque parti dell’anima di cui parla Gesù corrispondono dunque pienamente ai cinque Shen o Aspetti Spirituali associati ai cinque organi dalla Medicina Tradizionale Cinese, come ci spiega un importante Trattato Manicheo:
Poi solleva le cinque parti dell’anima, che sono precisamente l’intelletto, la mente, la coscienza, la meditazione e il ragionamento. Quindi pianta i (cinque) alberi benedetti (le cinque parti dell’anima) nelle cinque Terre pure (i cinque Organi Yin) [Trattato Manicheo Chavannes Pelliot, 1282 a 25 – 1283 b16].
IV.
La Legge dei Cinque Elementi e il Ciclo di Controllo
Ecco come Mani sviluppava la dottrina Cristiana Gnostica dei Cinque Elementi:
“[… avvenne così] la creazione dell’etere; dopo la creazione dell’etere, quella del vento; dopo la creazione del vento, quella della luce; quella delle acque; dopo la creazione delle acque, quella del fuoco. Egli [scil. Ohrmezd, il Principio Cosmico Yang] si rivestì dei cinque elementi, prese in mano il fuoco, si lanciò contro Ahrmen (il Principio Cosmico Yin) e i demoni, li colpì e li soggiogò” (Mani, Leggende, Fr. T III 260, ed Andreas-Henning I, p. 185).
Qui non troviamo solo l’elenco dei cinque elementi, ma anche il Ciclo di Controllo (Ke), che ritroviamo anche nella Medicina Tradizionale Cinese.
La parola “creazione” qui non sta per “generazione”, ma per “controllo”, come conferma il fatto che poco più avanti Mani specifica che “l’acqua purificherà il fuoco” (p. 185 Andreas Henning). E’ evidente che la “purificazione” è una funzione di “controllo” e non di “generazione” o di “creazione”.
I cinque elementi per la Medicina Gnostica sono dunque:
1. l’Etere, chiamato Metallo nella M.T.C.;
2. il Vento, chiamato Legno nella M.T.C.;
3. la Luce, associata all’Intelletto e quindi corrispondente all’Elemento Terra della M.T.C.;
4. l’Acqua;
5. il Fuoco.
Ecco il Ciclo di Controllo dei cinque elementi della Medicina Gnostica Manichea:
1. l’Etere (Metallo in M.T.C.) controlla (“crea”) il Vento (Legno in M.T.C.);
2. il Vento (Legno in M.T.C.) controlla la Luce (Terra in M.T.C.);
3. la Luce (Terra in M.T.C.) controlla l’Acqua;
4. l’Acqua controlla il Fuoco (“l’acqua purificherà il fuoco”, p. 185 Andreas Henning);
5. il Fuoco controlla l’Etere (Metallo in M.T.C.).
V.
Il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi
Il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi e dei Cinque Organi della Medicina Gnostica Manichea, analogo al Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi e dei Cinque Organi della Medicina Tradizionale Cinese, è il seguente:
1. il VENTO (elemento Padre), corrispondente al FEGATO , genera e nutre il FUOCO (elemento Figlio), corrispondente al CUORE;
2. il FUOCO (elemento Padre), corrispondente al CUORE, genera e nutre la LUCE (elemento Figlio), corrispondente alla MILZA;
3. la LUCE (elemento Padre), corrispondente alla MILZA, genera e nutre l’ETERE (elemento Figlio), corrispondente al POLMONE;
4. l’ETERE (elemento Padre), corrispondente al POLMONE, genera e nutre l’ACQUA (elemento Figlio), corrispondente ai RENI;
5. l’ACQUA (elemento Padre), corrispondente ai RENI, genera e nutre il VENTO (elemento Figlio), corrispondente al FEGATO.
VI.
I due Principi Cosmici (Ohrmezd-Yang e Ahrmen-Yin ) nella Medicina Gnostica
Mikio Kushi nel suo volume intitolato “Il Nuovo Libro della Macrobiotica” spiega come Gesù nel Vangelo di Tomaso ha insegnato ai suoi discepoli la natura dei due Principi Cosmici Yin e Yang nell’Universo e nell’Uomo:
Nel Vangelo secondo Tomaso […] quando gli viene chiesto di spiegare la sua dottrina, Gesù risponde: “Se vi chiedono: Qual’è il segno del Vostro Padre in voi? Rispondete loro: E’ un movimento e una sosta”. Il movimento e la sosta sono attributi tradizionali di Yin e Yang. In un altro passo Gesù spiega ai suoi discepoli come vivere nell’Infinito Universo: “Quando di due cose ne fate una sola, fate la parte esterna uguale a quella interna e la parte alta uguale a quella bassa, e quando fate del maschio e della femmina una cosa sola, fate che il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina. Entrerete nel Regno dei Cieli quando farete un occhio al posto di un occhio, una mano al posto di una mano, un piede al posto di un piede e una immagine al posto di una immagine”. Così dicendo Gesù voleva significare che i suoi discepoli sarebbero diventati una cosa sola con l’Ordine dell’Universo e avrebbero raggiunto la salute, la libertà e la felicità quando sarebbero stati in grado di trasformare Yin in Yang e Yang in Yin e di ottenere l’armonia unificando le due forze (Mikio Kushi, Il Nuovo Libro della Macrobiotica, pag. 29, Ed. Mediterranee, 2002).
Mani ci parla apertamente della dialettica nel Cosmo e nell’Uomo fra il Principio Cosmico Yang e il Principio Cosmico Yin, chiamati rispettivamente, usando la terminologia iranica, Ohrmezd e Ahrmen:
[…mescolate] quando Ohrmedz (Principio Cosmico Yang) e Ahrmen (Principio Cosmico Yin) cominciarono a combattersi. Poi egli portò la splendida Luce divina in alto (cioè portò la circolazione del Qi dell’organismo in equilibrio), al di fuori di tutte le regioni della terra (qui Mani parla degli Organi, che sono di natura Yin) e del cielo (qui Mani si riferisce ai Visceri, che sono di natura Yang), con l’aiuto del tempo e delle rivoluzioni del sole e della luna, avvalendosi della protezione e dei rimedi portentosi degli dèi (i preparati fitoterapici) (Mani, Leggende, Fr. T III 260, ed Andreas-Henning I, p. 187 – i corsivi esplicativi sono miei).
VII.
La Luce Splendente (Qi) nella Medicina Cristiana Gnostica
Mani ci ha lasciato una precisa definizione del concetto di Qi, che egli chiama Luce divina:
“Essi [scil. I cinque elementi] staranno sempre insieme in un sol luogo e uniranno le loro forze. E la splendida Luce divina (Qi), che fin dai primordi è intrinseca ai cinque elementi, sarà da essi tenuta sotto la loro protezione. La volontà del Dio Ohrmezd sarà da loro pienamente soddisfatta” (Mani, Leggende, Fr. T III 260, ed Andreas-Henning I, p. 185-6).
Mani parla della volontà del Dio Ohrmedz, ma la Volontà è una caratteristica tipicamente associata all’elemento Vento/Legno, cioè al Fegato, che è la sede delle tre anime Hun (le anime Hun sono tre anche per i Manichei Uiguri, che vi vedevano riflessa la trinità divina: l’anima umana infatti è stata creata a immagine e somiglianza di Dio). In questo passo, leggiamo, quindi, che la perfetta circolazione del Qi/Luce divina tra gli Organi e i Visceri associati ai Cinque Elementi permette di soddisfare le esigenze dello Spirito Vitale Yang (il Dio Ohrmedz appunto), che risiede nel Fegato e governa la Volontà dell’essere umano. Lo Spirito Vitale Yang, chiamato Ohrmedz da Mani, coincide dunque nell’Uomo con l’anima Hun di cui parla la tradizione taoista.
A questo punto, va precisato che Mani usa il termine “Dèi” per chiamare i Soffi o Spiriti Vitali (Qi) presenti nell’Organismo Umano. Questo è il motivo per cui il “Dio Ohrmedz”, ad esempio, rappresenta in realtà non una divinità, ma il Soffio Vitale Yang del Fegato. Lo stesso discorso vale per tutti gli Dèi presenti nel corpo umano di cui ci parla Mani.
Nel libro intitolato “Leggende” di Mani troviamo esposta con linguaggio mitico anche la fisiologia energetica della Medicina Gnostica Manichea:
“Questi Dèi e il Dio Conducente del Carro furono posti sui carri del sole e della luna, così da [purificare] la splendida Luce divina (Qi) che fin dall’inizio era stata divorata e inghiottita da Az (i fattori patogeni interni), dai demoni (i fattori patogeni esterni) e dalle streghe, di sesso maschile (i fattori patogeni Yang) e femminile (i fattori patogeni Yin) e che costoro (i fattori patogeni “demoniaci”) tengono ancora prigioniera (nella malattia), ed anche quella Luce (Qi) che essi fino alla fine del mondo continueranno a divorare e a inghiottire [prendendola] dal Vento (Legno), dall’Acqua e dal Fuoco” (Mani, Leggende, Fr. T III 260, ed Andreas-Henning I, p. 186 – i corsivi esplicativi sono miei).
I “demoni” di cui si parla in questo testo manicheo sono i corrispondenti dei demoni (“Kouei”), che nella più antica Medicina Cinese si riteneva corrispondessero ai fattori patogeni esterni che penetravano negli organi e nei meridiani portando la malattia e la morte.
Mani ci parla in profondità di questi “demoni” o “arconti”, cioè di questi fattori patogeni soprattutto esterni che causano la patologia, e ci spiega sommariamente le fasi della guarigione:
(Mani) proseguì ancora dicendo: “[…] Ci sono molte potenze in questo corpo, che lo inabitano e lo dirigono. Ottocentoquaranta volte diecimila arconti spadroneggiano nel corpo dell’uomo, risiedendovi in tutta la sua estensione […]. Quando tutti questi arconti, strisciando e girovagando all’interno del corpo, giungono a incrociarsi, si distruggono e si annientano l’un l’altro e […] là in loro. Quando l[e potenze] una dopo l’altra escono fuori dal corpo dell’uomo moribondo e gli producono tumori maligni e piaghe lancinanti nel corpo, sia dando luogo a malattie interne all’organismo sia più frequentemente colpendolo dall’esterno. Allora normalmente quelle piaghe si restringono, secernono il loro siero e i loro liquidi purulenti fino al momento in cui […] il pus [?] viene estratto dalla piaga. Fatto questo le piaghe [degli uomini] si estinguono, guariscono e [così] torna la salute nelle zone corporee dalle quali essi [scil. gli arconti] se ne sono andati” (Mani, Kephalaia, Capitolo 70, ed. Bohlig-Polotsky, pp. 175).
Tuttora, in Medicina Tradizionale Cinese troviamo i “Cheu San Kouei”, cioè “i tredici demoni”, che sono i tredici più antichi punti dell’agopuntura che nella tradizione più antica venivano utilizzati per scacciare i “demoni”, cioè i principali fattori patogeni dall’organismo, i quali attaccavano il corpo proprio là dove risiedevano gli spiriti vitali, vale a dire a livello dei tredici Punti-Demone.
VIII.
La Patologia Medica Gnostica
Nel Vangelo di Tomaso troviamo spiegato il primo principio alla base della fisiopatologia degli organi secondo il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi:
Gesù disse: “Dove si trovano tre dèi, sono tre dèi; dove sono due o uno io sono con lui” (Vangelo di Tomaso, loghion n°30).
Naturalmente, anche qui il termine “dèi” è usato per chiamare i Soffi o Spiriti Vitali (Qi) presenti nell’Organismo Umano.
I tre dèi di cui parla Gesù sono i Tre Soffi metabolici relativi ad ogni Elemento (Organo+Viscere). Due sono Soffi Generatori, mentre il terzo è un Soffio di Controllo.
Regola base del Ciclo di Generazione dei Soffi dei Cinque Elementi:
1. il Soffio Generatore dell’Elemento Padre nutre l’Elemento in Squilibrio;
2. il Soffio Generatore dell’Elemento in Squilibrio nutre l’Elemento Figlio;
3. il Soffio di Controllo dell’Elemento Nonno controlla l’Elemento in Squilibrio.
Naturalmente, il Ciclo di Generazione dei Soffi dei Cinque Elementi contiene al suo interno, come forma semplificata, il Ciclo di Generazione dei Soffi dei Cinque Organi.
Regola base del Ciclo di Generazione dei Soffi dei Cinque Organi:
1. il Soffio Generatore dell’Organo Padre nutre l’Organo in Squilibrio;
2. il Soffio Generatore dell’Organo in Squilibrio nutre l’Organo Figlio;
3. il Soffio di Controllo dell’Organo Nonno controlla l’Organo in Squilibrio.
Se uno o due di questi tre soffi sono in Vuoto o in Carenza, interviene il Medico Gnostico (cfr. “io sono con lui”).
Ovviamente, i tre Soffi Metabolici rappresentano nel corpo umano le tre Persone della Trinità divina: il Corpo Umano infatti è stato creato a immagine e somiglianza di Dio.
Sempre nel Vangelo di Tomaso troviamo spiegato il secondo principio alla base della fisiopatologia degli organi secondo il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi:
Gesù disse: “Forse gli uomini pensano che io sia venuto a gettare la pace sul mondo e non sanno che io sono venuto a gettare divisioni, fuoco, spada, guerra. Cinque saranno in una casa: tre contro due e due contro tre, il padre contro il figlio e il figlio contro il padre ed essi se ne staranno soli” (Vangelo di Tomaso, loghion n°16).
Le “divisioni”, il “fuoco”, la “spada” e la “guerra” rappresentano simbolicamente i fattori patogeni interni ed esterni.
I cinque parenti che abitano nella stessa casa sono in realtà i cinque Organi che abitano nel nostro corpo; il “padre” rappresenta l’elemento Padre del Ciclo di Generazione, mentre il “figlio” rappresenta l’elemento Figlio del Ciclo di Generazione.
Secondo quanto ci insegna Gesù, quando uno squilibrio colpisce un organo, si ripercuote necessariamente sull’Organo Padre o sull’Organo Figlio e coinvolge in modo più o meno diretto anche l’Organo di Controllo.
In quella frase, Gesù parla del Ciclo Anomalo della Patologia dei Cinque Elementi, che contiene al suo interno, come forma semplificata, il Ciclo Anomalo della Patologia dei Cinque Organi interni:
1. Postulato Fondamentale del Ciclo Anomalo della Patologia dei Cinque Elementi (ad ogni elemento corrisponde una coppia Organo+Viscere):
“Cinque Elementi saranno in un corpo: tre Elementi contro due” - cioè l’Elemento in Squilibrio, l’Elemento Padre e l’Elemento di Controllo contro l’Elemento Figlio e il Quinto Elemento oppure l’Elemento in Squilibrio, l’Elemento Figlio e l’Elemento di Controllo contro l’Elemento Padre e il Quinto Elemento – “e due Elementi contro tre, l’Elemento Padre contro l’Elemento Figlio e l’Elemento Figlio contro l’Elemento Padre ed essi se ne staranno soli”, cioè non svolgeranno le proprie funzioni energetiche e metaboliche in armonia con gli altri Elementi e relativi Organi e Visceri.
2. Postulato Fondamentale del Ciclo Anomalo della Patologia dei Cinque Organi:
“Cinque Organi saranno in un corpo: tre Organi contro due” - cioè l’Organo in Squilibrio, l’Organo Padre e l’Organo di Controllo contro l’Organo Figlio e il Quinto Organo oppure l’Organo in Squilibrio, l’Organo Figlio e l’Organo di Controllo contro l’Organo Padre e il Quinto Organo – “e due Organi contro tre, l’Organo Padre contro l’Organo Figlio e l’Organo Figlio contro l’Organo Padre ed essi se ne staranno soli”, cioè non svolgeranno le proprie funzioni energetiche e metaboliche in armonia con gli altri quattro Organi.
Gesù dice che sono “Tre Organi contro due e due contro tre”, perché nei tre Organi in Squilibrio la Luce splendente (Qi) viaggia patologicamente contro-corrente rispetto a quanto previsto dal Ciclo di Generazione e di Controllo entrando in disarmonia con la circolazione energetica degli altri Organi.
IX.
La Psicologia Medica Gnostica
Mani ci parla dei cinque squilibri emozionali e spirituali Yin, che egli chiama i “cinque alberi della morte”, contrapposti ai “cinque alberi della vita” di cui parla il Vangelo di Tomaso (loghion n° 19), a loro volta rappresentati dalle cinque facoltà emozionali e spirituali Yang associate ai cinque organi (milza, polmone, rene, cuore, fegato).
I cinque squilibri emozionali e spirituali (“alberi della morte”) sono naturalmente causati dalle cosiddette “forze demoniache”, cioè dai fattori patogeni che aggrediscono i Cinque Organi (Zang):
[…L’intelletto tenebroso, che cresce sulle ossa], produce [come frutto l’Odio.] La mente [tenebrosa], che cresce [sui ten]dini, produce come frutto l’Ira. La coscienza tenebrosa, che cresce sopra le vene, produce [come frutto la Cupidigia.] La meditazione tenebrosa, che cresce [sulla carne, produce] come frutto l’Oppressione. Il ragionamento [tenebroso, che cresce sulla pelle produce come frutto l’Insipienza].
L’ intelletto tenebroso è l’aspetto spirituale (shen) Yin in squilibrio dell’elemento Etere, dovuto ad un eccesso di Yin con carenza relativa di Yang dell’Organo Polmone, ma il Metallo/Etere è l’Elemento Padre dell’Acqua, che è l’Elemento a cui è associato l’Organo Rene, da cui dipendono le ossa. L’emozione patologica associata all’intelletto tenebroso è l’Odio, che bene si collega alla Paura, che è l’emozione associata all’elemento Acqua in Medicina Tradizionale Cinese.
La mente tenebrosa è l’aspetto spirituale (shen) Yin in squilibrio dell’elemento Vento (Legno in M.T.C.) , dovuto ad un eccesso di Yin con carenza relativa di Yang del’Organo Fegato, da cui dipendono i tendini. L’emozione patologica associata alla mente tenebrosa è l’Ira, proprio come in Medicina Tradizionale Cinese.
La coscienza tenebrosa è l’aspetto spirituale (shen) Yin in squilibrio della Luce/Terra, dovuto ad un eccesso di Yin con carenza relativa di Yang del’Organo Milza, da cui dipende la produzione del sangue e quindi la sua presenza in quantità sufficiente nelle vene.
L’emozione patologica associata alla coscienza tenebrosa è la Cupidigia, caratteristica associata in Medicina Tradizionale Cinese all’elemento Terra e, in particolare, allo stomaco, viscere strettamente associato da un punto di vista funzionale alla Milza.
La meditazione tenebrosa è l’aspetto spirituale (shen) Yin in squilibrio dell’Acqua, dovuto ad un eccesso di Yin con carenza relativa di Yang del’Organo Rene, da cui dipende la carne: la Milza che in M.T.C. governa la carne è infatti l’Organo Nonno di Controllo dell’Organo Rene.
L’emozione patologica associata alla meditazione tenebrosa e all’Elemento Acqua è l’Oppressione, che bene si collega alla Paura, caratteristica associata all’Acqua in Medicina Tradizionale Cinese.
Il ragionamento tenebroso è l’aspetto spirituale (shen) Yin in squilibrio del Fuoco, dovuto ad un eccesso di Yin con carenza relativa di Yang dell’Organo Cuore, da cui dipende la Pelle. A questo proposito giova ricordare che la Wei Qi, che governa gli strati profondi della pelle è sotto il controllo del Triplice Riscaldatore, che appartiene all’elemento Fuoco come il Cuore, e che lo stesso Polmone appartiene al Riscaldatore Superiore e all’Elemento Metallo, che è l’Elemento di Controllo dell’Elemento Fuoco. L’emozione patologica associata è l’Ignoranza intesa come Insipienza, a sua volta intesa come “senso di non sapere”, di “non essere in grado di fare” e coincide con la sfiducia nelle proprie capacità fisiche e spirituali.
Nella Psicologia Medica Gnostica, le emozioni sono associate in un Ciclo Perverso di Generazione delle Cinque Emozioni Patologiche e in un Ciclo Perverso di Prevalenza delle Cinque Emozioni Patologiche, corrispondenti al Ciclo di Generazione e al Ciclo di Controllo dei Cinque Elementi e dei Cinque Organi.
Nel Ciclo Perverso di Generazione delle Cinque Emozioni Patologiche:
1. l’IRA (Emozione Madre), corrispondente al FEGATO (Vento), genera e nutre l’INSIPIENZA (Emozione Figlia), corrispondente al CUORE (Elemento Fuoco);
2. l’INSIPIENZA (Emozione Madre), corrispondente al CUORE (Elemento Fuoco), genera e nutre la CUPIDIGIA (Emozione Figlia), corrispondente alla MILZA (Elemento Luce);
3. la CUPIDIGIA (Emozione Madre), corrispondente alla MILZA (Elemento Luce), genera e nutre l’ODIO (Emozione Figlia), corrispondente al POLMONE (Elemento Etere);
4. l’ODIO (Emozione Madre), corrispondente al POLMONE (Elemento Etere), genera e nutre il SENSO DI OPPRESSIONE (Emozione Figlia), corrispondente ai RENI (Elemento Acqua);
5. il SENSO DI OPPRESSIONE (Emozione Madre), corrispondente ai RENI (Elemento Acqua), genera e nutre l’IRA (Emozione Figlia), corrispondente al FEGATO (Elemento Vento).
Nel Ciclo Perverso di Prevalenza delle Cinque Emozioni Patologiche:
1. l’IRA (Emozione Nonna), corrispondente al FEGATO (Elemento Vento), prevale sulla CUPIDIGIA (Emozione Nipote), corrispondente alla MILZA (Elemento Luce);
2. l’INSIPIENZA (Emozione Nonna), corrispondente al CUORE (Elemento Fuoco), prevale sull’ODIO (Emozione Nipote), corrispondente al POLMONE (Elemento Etere);
3. la CUPIDIGIA (Emozione Nonna), corrispondente alla MILZA (Elemento Luce), prevale sul SENSO DI OPPRESSIONE (Emozione Nipote), corrispondente ai RENI (Elemento Acqua);
4. l’ODIO (Emozione Nonna), corrispondente al POLMONE (Elemento Etere), prevale sull’IRA (Emozione Nipote), corrispondente al FEGATO (Elemento Vento);
5. il SENSO DI OPPRESSIONE (Emozione Nonna), corrispondente ai RENI (Elemento Acqua), prevale sull’INSIPIENZA (Emozione Nipote), corrispondente al CUORE (Elemento Fuoco);
Mani ci spiega nel dettaglio anche i principi da seguire nel trattamento degli squilibri emozionali. In particolare, egli usa il termine “Dio”, per indicare il Qi, cioè il Soffio o Funzione Vitale, di ogni Organo, che, se in squilibrio, produce una precisa Emozione Patologica.
Come gli Dèi Macrocosmici rappresentano le più diverse Forze Naturali o Soffi Vitali Macrocosmici, appartenenti ognuno ad uno dei Cinque Elementi, e in ultima analisi null’altro sono che diverse forme di aggregazione e di manifestazione del Qi nel Macrocosmo, allo stesso modo gli Dèi Microcosmici rappresentano le più diverse Forze Naturali o Soffi Vitali Microcosmici, appartenenti ognuno ad uno dei Cinque Elementi, e null’altro sono che diverse forme di aggregazione e di manifestazione del Qi nel Microcosmo Umano. Così, ad esempio, il Dio della Luce non sarà altro che il Qi della Milza, Organo che appartiene all’Elemento Luce.
Nel passo che segue vedremo come Mani ci spieghi come il Dio di un Organo, cioè il Qi di un organo, possa tornare in equilibrio grazie alla Musicoterapia Corale Manichea (“intonerà una melodia […] dei canti di precetto, ecc…”), i cui canti permetteranno di far “riassorbire” una emozione patogena, ad esempio l’ira, dal Tessuto e dall’Organo corrispondente in squilibrio che l’hanno prodotta, eliminando lo squilibrio che aveva causato lo sradicamento di una della cinque emozioni positive (uno dei Cinque Alberi Vitali Yang del Paradiso di cui parla Gesù nel Vangelo di Tomaso) dal suo terreno (il Tessuto e l’Organo corrispondenti), trasformandola in una della cinque emozioni patogene, cioè in uno dei Cinque Alberi Velenosi Yin della Morte:
L’Inviato della Luce, quando verrà e vorrà scegli[ere le creature], si avvicinerà dapprima mosso da amore divino, intonerà una melodia […] dei canti di precetto, entrerà trionfante [nell’antica piazza delle assemblee […]. Allora [prenderà i serpenti velenosi]. […]
Poi separò egli il raggia[nte?…], separa la [la Luce] dalle Tenebre.
In prima istanza, lega [l’Odio alle Os]sa, e libera la giusta [Frawardin.] Lega l’Ira ai Tendini e libera [il Dio del Vento]. [Lega] la Cupidigia [alle Vene] e lib[era il Dio della Luce]. [Lega l’oppressione alla Carne e libera il Dio dell’Acqua. Lega l’Ignoranza alla Pelle e libera il Dio del Fuoco] (Trattato Manicheo Chavannes-Pelliot, 1281 c 14-15)
Ai Cinque Alberi Velenosi della Morte della Psicopatologia Medica Manichea corrispondono i Cinque Alberi del Paradiso di cui parla Gesù nel loghion n° 19 del Vangelo di Tomaso, presenti nell’uomo in condizione fisiologica, psichico ed emozionale prevalentemente Yang.
Essi sono:
1. l’ intelletto luminoso, che è l’aspetto spirituale (shen) Yang dell’elemento Etere. Nella psicopatologia gnostica può essere legato ad un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin del’Organo Polmone. L’emozione associata all’intelletto luminoso è l’Amore. In effetti, anche in M.T.C. uno squilibrio dei Polmoni ci dà un senso di solitudine, che ci impedisce di relazionarci con gli altri e soprattutto di aprirci agli altri. Se, al contrario, il Qi dei Polmoni è in equilibrio, vi è in noi un senso di amore e di apertura verso gli altri, cadono i confini fra noi e il mondo che ci circonda. Se, però, l’Emozione Amore non è in equilibrio con la corrispondente emozione Yin, per via di un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Polmone e di una conseguente risalita dello Yang Polmonare, essa potrà manifestarsi con eccessi di prodigalità e di altruismo e un patologico attaccamento agli altri e ai loro problemi.
2. La mente luminosa è l’aspetto spirituale (shen) Yang dell’elemento Vento (Legno in M.T.C.). Nella psicopatologia gnostica può essere legato ad un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Fegato. L’emozione Yang associata alla mente luminosa è la Fede,che è legata alla Determinazione e alla Volontà, caratteristiche tipiche dell’Elemento Vento/Legno e, quindi, dell’anima Hun, che appartiene all’elemento Vento e il cui Qi/Luce Splendente scorre nel Fegato e nel suo Meridiano. Se l’Emozione Fede (Yang) non è in equilibrio con la corrispondente emozione Yin, per via di un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Fegato, cioè con carenza di Sangue del Fegato, e per via di una conseguente risalita dello Yang epatico, essa potrà manifestarsi psicopatologicamente con una fede integralista e intolleranza nei confronti degli altri.
3. La coscienza luminosa è l’aspetto spirituale (shen) Yang in equilibrio della Luce/Terra. Nella psicopatologia gnostica può essere legato ad un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Milza, da cui dipende la produzione del sangue e quindi la sua presenza in quantità sufficiente nelle vene. L’emozione Yang associata alla coscienza luminosa è la Soddisfazione, caratteristica associata in Medicina Tradizionale Cinese all’elemento Terra e, in particolare, allo Stomaco, viscere strettamente associato da un punto di vista funzionale all’Organo Milza. Se l’Emozione Soddisfazione (Yang) non è in equilibrio con la corrispondente emozione Yin, per via di un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Milza, essa potrà manifestarsi psicopatologicamente con patologie come l’anoressia.
4. La meditazione luminosa è l’aspetto spirituale (shen) Yang dell’Acqua Pura. Nella psicopatologia gnostica può essere legato ad un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Rene, da cui dipende la carne: la Milza, che in M.T.C. governa la carne, è infatti l’Organo Nonno di Controllo dell’Organo Rene. L’emozione Yang associata alla meditazione luminosa e all’Elemento Acqua è la Pazienza. Se l’Emozione Soddisfazione (Yang) non è in equilibrio con la corrispondente emozione Yin, per via di un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Milza, essa potrà manifestarsi psicopatologicamente con l’eccessiva tendenza ad essere condiscendenti verso richieste anche inappropriate e scorrette da parte degli altri.
5. Il ragionamento luminoso è l’aspetto spirituale (shen) Yang del Fuoco, cioè del Cuore, da cui dipende la Pelle. A questo proposito giova ricordare che la Wei Qi, che governa gli strati profondi della pelle è sotto il controllo del Triplice riscaldatore, che appartiene all’elemento Fuoco come il Cuore, e che lo stesso Polmone, che in M.T.C. governa la Pelle, appartiene al Riscaldatore Superiore e all’elemento Metallo, che è l’elemento di Controllo dell’Elemento Fuoco. L’emozione Yang associata è la Sapienza, caratteristica associata al Fuoco in Medicina Tradizionale Cinese. Se l’Emozione Sapienza (Yang) non è in equilibrio con la corrispondente emozione Yin (l’Insipienza, consistente nel riconoscere la propria ignoranza di fronte alla Verità), per via di un eccesso di Yang con carenza relativa di Yin dell’Organo Cuore, essa potrà manifestarsi psicopatologicamente con l’eccessiva tendenza al nozionismo e al dogmatismo.
Il perfetto equilibrio fra le emozioni Yin (Odio, Cupidigia, Ira, Insipienza, Senso di Oppressione) e le corrispondenti emozioni Yang (Amore, Fede, Soddisfazione, Pazienza, Sapienza) deve caratterizzare l’uomo psichico sano:
Gesù disse: “Colui che non odia suo padre e sua madre come me, non è adatto a essere mio discepolo. E colui che non ama suo padre e sua madre come me, non può divenire mio discepolo. Poiché mia madre mi diede menzogna, ma la mia vera madre mi diede la vita” (Vangelo di Tomaso, loghion n° 101)
Naturalmente, qui Gesù ci parla del sano equilibrio fra l’Odio, cioè l’emozione Yin della Milza, e l’Amore, cioè l’emozione Yang della Milza. Tale equilibrio emozionale esprime l’equilibrio metabolico dell’uomo sano, perché la Milza è l’Organo che produce il Qi post-natale (Fattore Yang) e il Sangue (Fattore Yin) da cui dipendono la salute di tutti gli altri Organi e Visceri.
La “madre che ha dato menzogna”, ovviamente, è l’Emozione Madre associata all’Organo Genitore della Milza (Elemento Luce/Terra), cioè al Cuore (Elemento Fuoco), e coincide con l’Ignoranza o Insipienza, la quale, a sua volta è fonte di Menzogna. La “Vera Madre”, cioè “ruah” o Spirito Santo, è il Qi del Cielo, che è la vera Fonte della Vita.
X.
Il Sistema dei Meridiani nella Medicina Cristiana Gnostica
In alcuni testi egiziani troviamo descritto sia pure in maniera frammentaria quello che era il sistema dei meridiani e la pranoterapia[C1] [C1] lungo il decorso dei meridiani secondo la Medicina Egizia, che era la fonte principale della Medicina Essena e, quindi, della Medicina praticata dal Salvatore.
Nel Papiro Ebers troviamo, infatti, scritto:
Esamina l’energia vitale negativa (o piccola o debole) di un uomo per conoscere la marcia nel cammino del cuore e più in specifico dei vasi energetici (meridiani) in lui, verso gli organi tutti. Se ora un sacerdote di Sekemet o un fisico qualsiasi (pone) mani sue o dita sue sulla testa, sulla nuca, sui due polsi (o mani), sul luogo del cuore, sui due lombi (del paziente), esamina e trova il suo cuore. In pratica i vasi energetici (meridiani) suoi (del paziente) nel luogo del cuore, trattando a lui (cioè al paziente) il mediale vaso “signore degli organi tutti” (corrispondente ai meridiani Ren Mai e Du mai, ma uniti, come del resto avviene anche in M.T.C., dove questi costituiscono il Piccolo Circolo Celeste)
Inutile ricordare che nei Vangeli, Gesù parla sempre della Legge del Cuore.
Lo fa perché nella Medicina Egizia ed Essena, come del resto anche nella Medicina Cinese ed Indiana, il Cuore è il centro del sistema dei vasi energetici o meridiani
XI.
I Punti di Agopuntura nella Medicina Gnostica
Nel Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo troviamo scritto che i centri energetici o punti di agopuntura presenti sulla superficie del corpo umano sono 365, uno per ognuno dei giorni dell’anno. Ad ognuno di essi è associato un Soffio o “Spirito Vitale”, che governa una o più funzioni specifiche del corpo umano in relazione con il corso dei meridiani.
Allo stesso modo, Gesù in Pistis Sophia ci spiega come questi 365 Soffi Cosmici, chiamati “ministri degli Eoni degli arconti”, al momento del concepimento veicolino lo Pneuma/Qi dell’Anima e dello Spirito di Opposizione all’interno del corpo umano e delle sue vie energetiche:
Gli arconti del grande destino degli eoni consegnano l’anima allo spirito di opposizione, gli arconti chiamano i ministri dei loro eoni, che sono 365, danno loro l’anima e lo spirito di opposizione vincolati insieme.
[…] Gli arconti comandano ai (365) ministri: “Questo è il tipo che dovete mettere nel corpo della materia del mondo”.
Cioè, dicono loro: “Mettete la miscela della forza e l’interno dell’anima dentro tutti loro, affinché siano in condizione di stare su – giacchè la loro erezione è proprio essa; dopo l’anima, mettete lo spirito di opposizione” (Pistis Sophia, 132, 11-12).
Subito dopo Gesù fa una precisazione, che ci chiarisce come la luminosità e la salute dello Pneuma/Qi dell’Anima e dello Spirito di opposizione dipenda strettamente dai soffi dei 365 Centri Energetici, che ne veicolano l’ingresso e la circolazione nelle vie energetiche del corpo:
Ordinano dunque ai loro ministri di immetterli nei corpi dell’antitipo; e i questo modo i ministri degli arconti portano la Forza, l’Anima e lo Spirito di Opposizione: portano questi tre giù nel mondo e li versano nel mondo degli arconti di mezzo (Pistis Sophia, 132, 12).
Più avanti, Gesù ci spiega come al momento del concepimento entrino nel corpo dell’embrione i 365 Soffi, chiamati “ministri degli Eoni degli arconti”, e come governeranno le prime fasi della crescita embrionale:
(Al momento del concepimento) entrano nel suo corpo i 365 ministri degli arconti e vi prendono dimora. I ministri guidano l’una all’altra le due parti; inoltre i ministri trattengono poi il sangue di tutti i cibi della donna, sia di quelli che mangerà sia di quelli che berrà: lo trattengono nel corpo della donna per quaranta giorni; dopo i quaranta giorni essi impastano il sangue della forza derivante dai cibi, lo impastano bene nell’utero della donna (Pistis Sophia, 132, 18)
Con la progressiva maturazione dei meridiani questi 365 Soffi diventeranno stimolabili a livello dei corrispondenti punti di agopuntura e governeranno gli aspetti più fisici dello Spirito di Opposizione e dell’Anima in relazione al corpo.
Ne deriva che tanto più questi Soffi saranno in una condizione di “PIENO” o di “VUOTO”, tanto più il Qi dell’Anima (Anima Hun in M.T.C.) e dello Spirito di Opposizione (Anima Po in M.T.C.) vivrà in una condizione di squilibrio e di malattia, che si rifletterà direttamente sul corpo fisico.
XII.
L’uso dei punti di agopuntura nella Medicina Cristiana di Santa Ildegarda
La Medicina Cristiana di impronta Ippocratico-Galenica conosceva ed utilizzava numerosi punti di agopuntura, in particolare i punti Shu del dorso, che fanno capo al meridiano della Vescica e che essa trattava con tecniche del tutto analoghe a quelle usate in Medicina Tradizionale Cinese (Agopuntura per Incisione, Coppettazione, Moxibustione) per curare i più svariati disturbi.
In particolare, la Medicina Greca usava delle tecniche di incisione delle aree della pelle corrispondenti ai punti Shu, che in realtà altro non erano che tecniche di agopuntura dall’effetto notevolmente drenante sul Canale Energetico della Vescica. Tale tecnica, che veniva associata alla coppettazione per aumentarne l’effetto drenante, era molto efficace, considerato il fatto che il meridiano della Vescica è facilmente soggetto a penetrazione di Vento Freddo e Umidità.
In alternativa alla Agopuntura per Incisioni associata alla Coppettazione, la Medicina Cristiana di impronta ippocratico-galenica, la cui principale esponente è stata senz’altro Santa Ildegarda, usava riscaldare i punti Shu del Meridiano della Vescica per mezzo di piccoli coni di artemisia (Cau o Moxa), che venivano bruciati sulla pelle in corrispondenza dei punti di agopuntura senza l’intermediazione di zenzero o aglio come invece fanno i cinesi , il che causava piccole bruciature in corrispondenza dei punti, ma ne aumentava anche l'effetto drenante:
“Il trattamento con il cono che brucia è utile in ogni momento, purchè eseguito con cautela. Diminuisce infatti gli acidi e i liquidi linfatici del tessuto sottocutaneo e dà salute al corpo. E’ giovevole a giovani e anziani. Ai giovani, in quanto nella fase di crescita il corpo tende ad assimilare anche fluidi nocivi. Agli anziani, perché le mucillagini che si collocano fra pelle e carne vengono eliminate, mentre carne e sangue si perdono con l’età.
Come nella terapia con incisioni, i coni vengono collocati sulle zone di riflesso della schiena,” (corrispondenti ai punti Shu del Meridiano della Vescica) “soprattutto sui punti doloranti” (effettivamente, i punti shu sono punti “riflessi”, che dolgono quando l’organo o il viscere associato è in squilibrio). “Con il caldo si dilatano i vasi sanguigni producendo una buona circolazione, quindi una migliore irrorazione dei muscoli e di tutti gli organi,” (qui Ildegarda dimostra di conoscere la relazione fra tutti gli organi e i visceri del corpo umano, che sono collegati ai punti Shu del meridiano della Vescica situati sul dorso) “un migliore smaltimento e una migliore purificazione. I coni sono quindi in grado di eliminare i dolori di capo” (effettivamente il Meridiano della Vescica, passando per la testa, se stimolato con i coni di artemisia, può eliminare alcune forme di cefalea da penetrazione di Vento Freddo e Umidità) “e i dolori agli organi di senso”, (naturalmente tramite i punti Shu associati ai Cinque Organi Zang, a cui a loro volta sono associati i Cinque Organi di Senso…) (Santa Ildegarda, Causae et Curae – I corsivi esplicativi sono miei)
Più avanti Santa Ildegarda scende ancora più nel dettaglio e raccomanda appropriatamente la moxa sul punto di agopuntura Colecisti 20 per combattere dolori agli occhi, otiti e certe forme di mal di testa e sul punto Vescica 13 (Feishu) per combattere il mal di schiena:
“Chi ha dolori agli occhi, alle orecchie o in tutto il capo, deve procurarsi una piccola bruciatura dietro l’orecchio (lungo le vertebre cervicali). Se si soffre di mal di schiena bisogna praticare la bruciatura fra le scapole” (Santa Ildegarda, Causae et Curae)
Infine, Santa Ildegarda dimostra di conoscere anche la funzione del punto Vescica 27, punto Shu dell’Intestino Tenue, collocato in prossimità dell’osso sacro:
“Chi ha dolori intestinali deve praticare la bruciatura presso l’osso sacro” (Santa Ildegarda, Causae et Curae).
XIII.
La Riflessologia Gnostica
Da un pittogramma rinvenuto nella tomba di Ankmahor, risalente al 2500 a.C. circa, apprendiamo che la medicina egizia antica, soprattutto quella popolare, dava grande spazio alla riflessologia palmare e plantare, cioè alla riflessologia della mano e del piede.
Non dobbiamo dunque meravigliarci se nell’analizzare le guarigioni messe in atto da Gesù descritte nei Vangeli Sinottici troviamo descritte pratiche riflessologiche e pranoterapiche di origine egiziana.
Le grandi capacità di Gesù Bar Abbà nell’arte della guarigione con la “imposizione delle mani” (pranoterapia) e con la riflessologia nella comunità di Medici (“Esseni”) in cui è cresciuto sono state ritenute il segno distintivo che Adonai avrebbe assegnato al Messia di Aronne, cioè al Salvatore Gnostico del Mondo.
Liber secundus
La Medicina Taoista Cristiana
I.
Cristianesimo Manicheo, Taoismo e Buddhismo
Nell’VIII° secolo p. Chr. n. il Manicheismo è diventato la religione ufficiale del Regno Uiguro dell’Orkhon, situato nelle regioni nord occidentali della Cina. Qui il Cristianesimo Manicheo ha fatto propri i temi preesistenti della cultura buddhista mahayana, già presenti peraltro nell’insegnamento di Gesù e di Mani, e soprattutto il linguaggio e i temi principali della filosofia taoista.
Nel 1908 P. Pelliot ha scoperto nelle grotte di Dunhuang una versione dello Huahu Jing, finalmente completa, in cui Lao-tse, il fondatore della filosofia Taoista da cui è nata la Medicina Tradizionale Cinese, preannuncia la sua futura reincarnazione nell’Apostolo Mani:
(Lao-tse disse:) “Poi trascorreranno più di 450 anni (dall’ultima incarnazione). Io monterò sopra un pneuma del Tao dello splendore spontaneo, e dalle regioni della Quiete Assoluta penetrerò volando nel paradiso di Xina. Nel regno di Sulin mi incarnerò nella casa reale e mi manifesterò come Principe Ereditario. Abbandonerò la famiglia, entrerò nella vita religiosa, e sarò chiamato Mar Mani” (cfr. Huahu Jing).
Mani viene qui rappresentato come uno dei Salvatori della tradizione Taoista, predestinato alla “Quiete Assoluta del Paradiso di Xina”.
In un altro testo, Mani, Apostolo di Cristo e reincarnazione dello Spirito di Lao-tse, il fondatore del Taoismo, viene indicato anche come un nuovo Buddha, il Buddha della Luce. Si tratta di un passo fondamentale, perché Buddismo e taoismo si incontrano unicamente all’interno del Cristianesimo Gnostico Manicheo proprio nella figura dell’Apostolo Mani:
Il nome completo del Buddha Mani è “Mar Mani, Buddha della Luce”. Era un uomo del regno di Sulin. Era un altro Buddha. Era chiamato l’”Onnisciente inviato della Grande Luce”. Un libro dice che Lao-Tse andò in Occidente ed entrò nelle Sabbie Correnti. Dopo più di cinquecento anni, ovvero nell’anno wuzi dell’era Jian’an dell’Imperatore Xiandi degli Han, egli assunse la forma di un “alone-di-mela-selvatica”. La regina consorte del re Badi lo mangiò e le piacque, dopodichè fu pregna. Quando fu giunto il tempo, Lao-tse le squarciò il petto e nacque. [Questo fu il Buddha Mani]. L’“alone-di-mela-selvatica” è una sorta di melagrana dei giardini reali […]. Dunque, [Mani] univa Shakyamuni e Lao-tse in uno (He Qiaoyuan, Min shu).
II.
La Medicina Prenatale Gnostica e il Presepe
L’Apostolo Mani, in quanto reincarnazione dell'anima Hun di Lao-Tse, cioè del Fondatore del Taoismo da cui è nata la Medicina Tradizionale Cinese, è anche il reale fondatore della Medicina Tradizionale Cinese, che è dunque parte integrante della Medicina Naturale Cristiana.
il linguaggio e i temi principali della filosofia taoista, rivelatici da Lao-Tse, cioè dall’Apostolo Mani, spiegano pienamente il significato dell’avvento del Verbo di Dio nel Cosmo.
Per i Manichei Uiguri l’Immobilità del Cosmo al momento della nascita del Salvatore rappresenta l’immobilità e la stabilità proprie dell’elemento Terra/Luce, cui si associano i concetti di Madre e di Utero, che in Medicina Tradizionale Cinese rappresentano il momento della Fertilità:
Ecco che io Giuseppe, camminavo e non camminavo più. Alzai gli occhi alla volta celeste: la vidi immobile; badai all’aria: era di una fissità stupefatta; gli uccelli del cielo erano fermi; guardai alla terra e vidi che vi era posata una ciotola con degli operai distesi a mangiare, le mani bloccate dentro la ciotola, mentre quelli che stavano masticando non muovevano più le mascelle, quelli che stavano afferrando il cibo avevano lasciato il movimento sospeso, quelli che stavano afferrando il cibo avevano lasciato il movimento sospeso, quelli che stavano portandolo alla bocca non ce lo mettevano: i volti di tutti erano intenti a guardare in alto (l’elemento Terra della M.T.C. corrisponde all’elemento Luce della Medicina Gnostica, per questo motivo tutti guardavano in alto…). Ecco ancora che delle pecore guidate al pascolo non procedevano, restando immobili, mentre la mano del pastore che si alzava per percuoterle con la verga si arrestò in aria. Rivolti poi gli occhi alla corrente del fiume, vidi i musi dei capretti sul pelo dell’acqua che non bevevano. All’improvviso, ogni cosa riprese il suo corso (excerptum ex Protoevangelio).
La grotta in cui è nato il Salvatore naturalmente rappresenta l’utero:
Si fermarono dunque dove c’era la grotta (utero): una nuvola di luce (la Luce Splendente Originaria dei Reni o Yuan Qi, che dà luogo al Fuoco del Ming Men, che scalda l’utero della gravida e bilancia le influenze yin) l’avvolgeva completamente. Disse la levatrice: “l’anima mia è stata magnificata, perché i miei occhi (gli occhi sono la porta dell’anima Hun che ha sede nel Fegato) hanno visto un prodigio: è nata la salvezza per Israele”. E subito la nuvola incominciò a dissiparsi e apparve nella grotta una grande luce (si tratta del Fuoco Ministeriale, originato dal Fuoco del Ming Men) , tale che occhio umano non poteva sopportarla. A poco a poco questa luce si attenuava (con l’avvicinarsi del parto), fino a quando apparve il bambino che si attaccò al seno della madre Maria (excerptum ex Protoevangelio).
L’elemento Acqua è YIN. Per questo motivo, la scena del Presepe si svolge di notte: la notte rappresenta l’elemento Acqua e quindi il liquido amniotico. Maria rappresenta simbolicamente la Madre, cioè l’elemento Terra/Luce (YIN) nel Cosmo.
Gesù bambino è il Sole, il Principio Yang, che dopo aver raggiunto il suo minimo, irrompe nell’Oscurità (YIN) della lunga Notte attraversata dalla Storia del Cosmo e riporta gradualmente la Luce, cioè il principio cosmico Yang, e i colori dell’Amore nel Mondo.
Gesù nasce dalla Terra/Luce (YIN), rappresentata da Maria, e in quanto tale è VERO UOMO, ma nasce anche dal Signore del Cielo (YANG), cioè dallo Spirito Santo, e in quanto tale è Vero Dio. Dio, l’Abisso, infatti, nel linguaggio manicheo-taoista non coincide con il Signore del Cielo, ma con il Signore Supremo del TAO.
Come il Re degli Uiguri, prima della sua conversione al Manicheismo, era chiamato secondo l’uso cinese il “Figlio del Cielo”, allo stesso modo, dopo la loro conversione alla Vera Gnosi, gli Uiguri attribuirono il titolo di “Figlio del Cielo” non più alla persona fisica del Re, ma ad un altro Re, più grande di qualsiasi altro Re presente nel Mondo, cioè a Gesù, Vero Uomo e Vero Dio, che era realmente Figlio della Terra (cioè “Figlio dell’Uomo”), rappresentata nei racconti della natività dalla Madonna, e realmente Figlio del Cielo (cioè “Figlio di Dio”), il Re del Popolo di Dio. Ritorna così il tema della regalità del Buddha Gesù.
Gesù, il Salvatore, nasce dunque dall’Essenza della Terra/Luce (la Madonna, che rappresenta simbolicamente la natura umana) e dal Qi del Cielo (lo Spirito Santo), proprio come l’uomo psichico trae la propria essenza originaria dalla madre (YIN) e il proprio Qi originario dal padre (YANG).
La Terra, rappresentata dalla Madonna, nel Presepe dà nutrimento al Salvatore e, per mezzo suo, a tutta l’umanità.
Le stesse caratteristiche della Natività del Salvatore le ritroviamo nel mito della Natività del Buddha - l’ultimo dei Saoshyant manichei prima dell’avvento del Salvatore del Mondo - riportato da Asvagosha.
E’ evidente che il messaggio cosmico che vuole trasmettere la Natività del Buddha di Asvagosha è sostanzialmente lo stesso della Natività del Salvatore, ma nei Vangeli della Natività, esso viene sviluppato e portato alla perfezione della Vera Gnosi.
Liber tertius
La Musicoterapia Gnostica
I.
La legge dei Cinque Elementi nella Musicoterapia Gnostica
Nella Medicina Gnostica, come del resto in Medicina Tradizionale Cinese, ad ogni elemento corrisponde una nota musicale. Questo significa che all’organo, al viscere e ai meridiani[C2] [C2][C2] corrispondenti all’elemento considerato è associata una nota ben precisa in grado di muovere la Luce Splendente dell’organo, del viscere e dei meridiani associati all’elemento nell’uditore.
Ora, dal momento che ad ogni elemento e al corrispondente organo (zang) e viscere (fu) è associata un’emozione ben precisa, quando una persona ascolta una melodia, le note presenti in tale melodia creano nell’uditore un flusso di Luce Splendente tra gli organi corrispondenti alle note che si susseguono nel testo musicale.
Perciò, se, ad esempio, ad una nota Luce come il Fa, che agisce sulla Milza, segue una nota Etere come il Sol, che agisce sul Polmone, la milza (elemento Luce) sarà stimolata ad inviare Luce Splendente al Polmone (Etere). Se poi ci troviamo di fronte ad una melodia in cui si ripete con costanza la successione fra due note specifiche, si potrà ottenere la stimolazione costante di un determinato trasferimento di Luce Splendente. Nel caso dell’esempio poc’anzi illustrato, il ripetersi costante della combinazione Sol/Fa in una melodia, permettendo il trasferimento continuo di Luce Splendente dalla Milza (elemento Luce) al Polmone (Etere), può garantire una migliore discesa della Luce Splendente del Polmone e risultare così utile nella cura di malattie come la bronchite cronica.
Ora, come è noto, in Medicina Tradizionale Cinese ad ogni elemento, e, quindi, ad ogni nota musicale corrispondente, è associata un’emozione specifica. Perciò, se una melodia va a tonificare un dato organo (Zang Fu) e il meridiano corrispondente, inevitabilmente favorirà l’insorgenza dell’emozione e delle predisposizioni associate a quell’organo, come troviamo spiegato in maniera esemplare nelle memorie storiche di Se Ma Tsienn:
“La nota Kon (Fa) agisce sulla milza e mette l’uomo in armonia con la perfetta santità. La nota Chang (Sol) agisce sul Polmone e mette l’uomo in armonia con la giustizia. La nota Kiao (La) agisce sul fegato e mette l’uomo in armonia con la perfetta bontà. La nota Tche (Do) agisce sul cuore e armonizza l’uomo con i riti perfetti. La nota Yu (Re) agisce sui reni e mette l’uomo in armonia con la saggezza.”
Questo vale per le predisposizioni. Le emozioni associate ai cinque elementi e quindi alle cinque note della Medicina Tradizionale Cinese sono invece le seguenti:
1. La nota Fa agisce sulla milza e induce nell’uditore il cosiddetto pensiero riflessivo e l’attitudine all’empatia, caratteristiche tipiche dell’elemento Luce;
2. La nota Sol agisce sul Polmone e induce nell’uditore l’emozione associata all’Etere, cioè il senso del dolore;
3. La nota La agisce sul fegato e induce nell’uditore l’emozione associata al Vento, cioè il senso della rabbia;
4. La nota Do agisce sul cuore e induce nell’uditore l’emozione associata al fuoco, cioè la gioia;
5. La nota Re agisce sui reni e induce nell’uditore l’emozione associata all’acqua, cioè il senso della paura.
La Musica Cristiana Gnostica, come la Musica Tradizionale Cinese, conosceva solo cinque note anziché sette.
In realtà, chi conosce la fisiologia associata alla teoria dei cinque elementi della Medicina Manichea si accorge immediatamente che:
1. la nota Si appartiene all’aspetto Yang dell’elemento Vento, che corrisponde al viscere (fu) Cistifellea, l’unico organo Yang a cui si attribuisce formalmente una capacità mentale o spirituale in Medicina Medicina Manichea, cioè il senso dell’ardire e dell’audacia;
2. la nota Mi corrisponde al Triplice Riscaldatore, che appartiene all’elemento Fuoco e agisce sul Ming Men (“Porta della Vita”) e sui tre focolari, superiore, medio e inferiore; se usata in tonificazione può indurre un senso di apertura verso gli altri, se usata in dispersione al contrario può indurre un senso di chiusura verso le persone che ci circondano.
Le note, a seconda della loro estensione, possono essere usate in tonificazione oppure in dispersione. Segnatamente, nella Musicoterapia Gnostica, la nota semibreve del valore di 4/4, la minima del valore di 2/4 e la semiminima del valore di 1/4 hanno un effetto tonificante, che aumenta con l’estensione della nota, mentre la croma del valore di 1/8, la semicroma del valore di 1/16, la biscroma del valore di 1/32, la semibiscroma del valore di 1/64 hanno un effetto diperdente, che diminuisce con l’aumentare dell’estensione della nota.
Nel comporre una melodia che vuole ottenere un determinato effetto terapeutico su un organo e/o che vuole indurre nell’uditore delle emozioni e delle sensazioni ben precise, il compositore deve seguire delle regole ben precise nella scelta delle note, della loro successione e della loro estensione per regolare la circolazione della Luce Splendente fra gli organi e i meridiani.
Naturalmente, la scelta della successione delle note nella melodia da usare a fini terapeutici deve seguire strettamente le regole del Ciclo di Generazione e del Ciclo di Controllo dei Cinque Elementi.
Nel Ciclo di Generazione:
1. il VENTO (elemento Padre), corrispondente al FEGATO e alla nota LA (nota Padre), genera e nutre il FUOCO (elemento Figlio), corrispondente al CUORE e alla nota DO (nota Figlia);
2. il FUOCO (elemento Padre), corrispondente al CUORE e alla nota DO (nota Padre), genera e nutre la LUCE (elemento Figlio), corrispondente alla MILZA e alla nota FA (nota Figlia);
3. la LUCE (elemento Padre), corrispondente alla MILZA e alla nota FA (nota Padre), genera e nutre l’ETERE (elemento Figlio), corrispondente al POLMONE e alla nota SOL (nota Figlia);
4. l’ETERE (elemento Padre), corrispondente al POLMONE e alla nota SOL (nota Padre), genera e nutre l’ACQUA (elemento Figlio), corrispondente ai RENI e alla nota RE (nota Figlia);
5. l’ACQUA (elemento Padre), corrispondente ai RENI e alla nota RE (nota Padre), genera e nutre il VENTO (elemento Figlio), corrispondente al FEGATO e alla nota LA (nota Figlia).
Nel Ciclo di Controllo:
1. il VENTO (elemento Nonno), corrispondente al FEGATO e alla nota LA (nota Nonno), controlla la LUCE (elemento Nipote), corrispondente alla MILZA e alla nota FA (nota Nipote);
2. il FUOCO (elemento Nonno), corrispondente al CUORE e alla nota DO (nota Nonno), controlla l’ETERE (elemento Nipote), corrispondente al POLMONE e alla nota SOL (nota Nipote);
3. la LUCE (elemento Nonno), corrispondente alla MILZA e alla nota FA (nota Nonno), controlla l’ACQUA (elemento Nipote), corrispondente ai RENI e alla nota RE (nota Nipote);
4. l’ETERE (elemento Nonno), corrispondente al POLMONE e alla nota SOL (nota Nonno), controlla il VENTO (elemento Nipote), corrispondente al FEGATO e alla nota LA (nota Nipote);
5. l’ACQUA (elemento Nonno), corrispondente ai RENI e alla nota RE (nota Nonno), controlla il FUOCO (elemento Nipote), corrispondente al CUORE e alla nota DO (nota Nipote);
Questo vuol dire che ad ogni elemento e al corrispondente organo si associa una Nota Elemento, una Nota Padre, una Nota Figlia e una Nota di Controllo.
Ad esempio, all’elemento Luce e al corrispondente organo, la Milza, si associano il FA come Nota Elemento, il DO come Nota Padre, il SOL come Nota Figlia, il LA come Nota di controllo.
Naturalmente, questo è il criterio più antico e più semplice da usare per selezionare le note da usare a fini musicoterapeutici in Medicina Tradizionale Cristiana, ma non è l’unico…
Se, ad esempio, si presenta un paziente con un Organo Figlio in Vuoto e un Organo Padre normale e si decide di curare quel paziente con la musicoterapia cinese, si possono comporre delle melodie che presentino una successione di note, che rispetti le regole del Ciclo di Generazione e di Controllo; in questo caso si utilizzerano note brevi che abbiano un effetto di tonificazione sull’organo in Vuoto come le note semibreve, minima e semiminima.
Naturalmente, le note più acute sono Yang, mentre le note più gravi sono Yin. Se qualcuno si chiedesse come mai le voci femminili producono suoni più acuti di quelle maschili, si potrà rispondere, citando il Trattato “Medicina Elementare” del 1575 che “l’uomo ha come proprio fondamento il Luce Splendente, egli è costituzionalmente Yang, ma funzionalmente Yin. La donna ha il Sangue come suo fondamento, essa è costituzionalmente Yin, ma funzionalmente Yang”.
Ogni nota musicale modifica il proprio effetto terapeutico se associata ad altre note, nel senso che un brano musicale con una sequenza delle note che non rispetti le esigenze della fisiologia energetica del nostro organismo, anzichè essere curativo può risultare patogeno e causare nell'uditore squilibri metabolici, energetici ed emozionali.
Tanto per fare un esempio, se una data sequenza musicale, anzichè favorire la discesa della Luce (Qi) dello Stomaco, causa Luce (Qi) Controcorrente o Luce (Qi) Ribelle (“Demoniaca” nel linguaggio Cristiano Manicheo) in un paziente già predisposto a questo genere di squilibri, potrà indurre nel paziente senso di acidità gastrica e alla lunga addirittura reflusso gastro-esofageo.
Lo stesso discorso vale anche per l'altezza (frequenza) effettiva di una nota. E' evidente che tanto è maggiore l'altezza di una nota, tanto più questa stessa nota avrà caratteristiche Yang e tanto più le sarà dato un ruolo importante nella preparazione di un testo musicale che abbia lo scopo di tonificare lo Yang dell'Organo associato a quella nota.
Se al contrario si sottopone un paziente che soffre di Fuoco del Fegato e di risalita dello Yang epatico ad una terapia musicale centrata su una nota Vento più Alta, cioè più Yang, si otterrà un peggioramento delle condizioni del paziente, che dal punto di vista emozionale diventerà nel giro di poco tempo sempre più irritabile e intrattabile, mentre dal punto di vista energetico e metabolico accentuerà il proprio squilibrio epatico.
Tutto questo vuol dire che un brano musicale che può risultare salutare per una persona, può risultare patogeno per un'altra.
I nostri stessi gusti e interessi musicali sono legati all'equilibrio o allo stato di Pieno o di Vuoto dei nostri Organi e Visceri e dei corrispondenti meridiani, cioè, ad esempio, una persona che ha uno squilibrio del Cerchio Funzionale (Meridiano+Organo) della Milza avrà interessi musicali diversi da quelli di una persona che ha uno squilibrio del Cerchio Funzionale del Fegato non legato ad uno squilibrio del Cerchio Funzionale della Milza.
II.
Esempio di trattamento in base alla Legge dei Cinque Elementi
Metodo ENTRO ELEMENTO:
Il Metodo Entro Elemento agisce sia sui meridiani degli Organi (Zang) che sui meridiani dei Visceri (Fu). Usa la Nota-Padre di TONIFICAZIONE e la Nota-Figlio di DISPERSIONE rispetto alla Nota-Elemento dell’Organo in squilibrio.
Se l’organo o il meridiano da trattare è in VUOTO, il medico utilizza una melodia che usa in tonificazione la Nota-Padre di TONIFICAZIONE.
Se l’organo o il meridiano da trattare è in PIENO, il medico utilizza una melodia che usa in dispersione la Nota-Figlia di DISPERSIONE.
Organo/Viscere
Nota Padre di Tonificazione
Nota di Organo/Viscere
Note Figlie di
Dispersione
Rene
Sol
Re
La
Vescica
Sol
Re
La
Cuore
La
Do
Fa
Intestino Tenue
La
Do
Fa
Pericardio
La
Do
Fa
Samjao (Triplice Riscaldatore)
Re, La
Mi
Do, Fa, Sol, La
Fegato
Re
La
Do
Colecisti
Re
Si
Do
Milza
Do
Fa
Sol
Stomaco
Do
Fa
Sol
Polmone
Fa
Sol
Re
Intestino Crasso
Fa
Sol
Re
Il Triplice Riscaldatore trae la Luce Splendente Originaria dai Reni e la distribuisce agli altri Organi. La Nota Musicale di Tonificazione del Triplice Riscaldatore sarà quindi la nota corrispondente all’Acqua dei Reni, cioè il Re; ma i Reni oltre all’Acqua forniscono al Triplice Riscaldatore anche il Fuoco. Ne segue che se vogliamo tonificare l’elemento Acqua nel Triplice Riscaldatore, utilizziamo la nota Re; se invece vogliamo tonificare l’elemento Fuoco nel Triplice Riscaldatore, utilizziamo la nota La.
Chiaramente, distribuendo la Luce Splendente Originaria agli organi del Riscaldatore Superiore (Cuore e Polmone), del Riscaldatore Medio (Milza) e del Riscaldatore Inferiore (Fegato), il Triplice Riscaldatore avrà quattro Note Figlie, cioè le note corrispondenti ai quattro Organi (Zang) tra le quali il Triplice Riscaldatore distribuisce la Luce Splendente Originaria e il Jing che ha ricevuto dai Reni.
III.
Criterio Generale da tenere Presente nella scelta dei brani musicali
Conformemente a quanto previsto dal Ciclo di Generazione e di Controllo delle Cinque Emozioni Yang, corrispondenti ai cinque organi in Salute o in Eccesso, si prescriveranno:
1. melodie gioiose per tonificare gli Organi e i Visceri appartenenti all’elemento Fuoco (Cuore, Pericardio, Triplice Riscaldatoree Intestino Tenue), perché la Gioia si associa alla Conoscenza Psichica e/o pneumatica;
2. melodie che trasmettono il senso della determinazione e dell’avventura per tonificare l’Organo e il Viscere appartenenti all’elemento Vento (Fegato e Colecisti);
3. melodie che trasmettono il senso della attesa paziente di qualcosa che può o deve avvenire per tonificare l’Organo e il Viscere appartenenti all’elemento Acqua (Rene e Vescica);
4. melodie che trasmettono un senso di soddisfazione e di abbondanza per tonificare l’Organo e il Viscere appartenenti all’elemento Luce (Milza e Stomaco);
5. melodie che trasmettono un senso di amore e di apertura per tonificare l’Organo e il Viscere appartenenti all’elemento Etere (Polmone, Intestino Crasso).
Naturalmente, le melodie che trasmettono emozioni Yin hanno un effetto disperdente sullo Yang e possono servire in casi di Eccesso di Yang degli Organi e/o dei Visceri corrispondenti.
LIBER QUARTUS
De Medicina Animae secundum Manichaicos
Sede e trattamento dell’anima Hun alla luce della Medicina Manichea di Tradizione Cinese (VII°- XVI° secolo p. Chr. n.)
I.
Introduzione
La Medicina Manichea Cinese ha avuto il suo massimo splendore nei secoli successivi alla caduta del Regno Manicheo dell’Orkhon (IX° secolo p. Chr. n.) nella Cina Nord Occidentale, quando il manicheismo si è diffuso in numerose regioni della Cina, al punto che nel XIV° secolo nell’Impero Cinese si contavano circa cinque o sei milioni di Cristiani Manichei.
Quando si parla di anima Hun nella Medicina Manichea Cinese, ci si riferisce a quella entità energetica che sopravvive alla morte insieme all'anima e che in Occidente è stata chiamata rispettivamente "perispirito" da A. Kardec e dallo spiritismo moderno, "spirito di opposizione" dagli gnostici di Pistis Sophia, "spirito corporeo" dalle altre comunità gnostiche antiche e dalla Grande Chiesa fino al IV° secolo p. Chr. n..
I punti di agopuntura di cui si parla nei prossimi capitoli utilizzando il linguaggio tipico della Tradizione Medica Manichea Cinese erano noti anche a Mani, che nel corso del suo viaggio in India aveva studiato in maniera approfondita il Suchi Veda e i Quattro Tantra della Medicina del Buddha Shakyamuni, cioè i più antichi testi sacri indiani che trattano sistematicamente il tema dell’agopuntura ayurvedica.
Non è un caso che i Cinque Elementi di cui parla Mani (Vento, Etere, Fuoco, Acqua e Luce) siano sostanzialmente i Cinque Elementi della più antica Medicina Ayurvedica anche se Mani attribuisce all’Elemento Etere le caratteristiche dell’Elemento Vento e viceversa.
La Medicina Ayurvedica, fusa in un unico sistema con le antiche Tradizioni Mediche Egiziane ed Essene, era anche la Medicina praticata da Gesù. E’ noto, infatti, che, dopo l’invasione Macedone della Persia e dell’India Occidentale, i Testi Sacri della Medicina Ayurvedica, tra i quali spicca il Suchi Veda, si erano diffusi anche in Persia, in Palestina e nell’Egitto Tolemaico, dove la Medicina Ayurvedica si è rapidamente fusa con le Grandi Tradizioni Mediche locali. Questo è il motivo per cui gli studiosi hanno scoperto, non senza sorpresa, che l’agopuntura veniva praticata anche in Egitto e in Persia.
La riscoperta della antica Medicina Ayurvedica da parte di Mani nel III° secolo p. Chr. n. gli ha permesso di comprendere a fondo la Medicina Fisica e Spirituale praticata da Gesù e di rivelarne il Significato Profondo ai membri della Chiesa della Luce.
II
La Patologia Medica Manichea dell’Anima
In un frammento riscoperto a Turfan troviamo la differenziazione posta da Mani tra l’anima propriamente detta e lo Spirito Corporeo o anima Hun:
“L’anima è essenzialmente distinta dal corpo, però nel corpo si è mescolata, fusa e legata con lo spirito del corpo (o anima Hun), che è collera, concupiscenza e sensualità” (p. 300 Andreas-Henning).
Per Mani le anime Hun che risiedono nel Fegato e nel suo Meridiano sono tre, proprio a immagine e somiglianza delle Tre Persone che costituiscono la Trinità Divina.
Ognuna delle tre anime Hun governa uno dei tre Focolari (superiore, medio e inferiore) del Triplice Riscaldatore.
Nella Antropologia Gnostica Manichea l’anima Hun che governa il Riscaldatore Superiore corrisponde allo Spirito Santo e trae la proprio Luce (Qi) dalla Luce di Dio, cioè dal Qi del Cielo. L’anima Hun che governa il Riscaldatore Medio corrisponde al Padre. L’anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore corrisponde al Verbo, ma i Reni, l’Organo Principale del Riscaldatore Inferiore, producono il Fuoco Ministeriale, che, tramite il Ming Men, alimenta la Vita nei Tre Focolari, cioè in tutti gli Organi (Zang) e i Visceri (Fu) del Corpo Umano. Per questo motivo, l’Evangelista Giovanni scriveva:
Tutto è stato fatto per mezzo di lui (cioè per mezzo dell’anima Hun fatta a immagine e somiglianza del Verbo, che governa il Riscaldatore Inferiore), e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (cioè niente di tutto ciò che esiste nel Corpo Umano è stato fatto senza l’azione dell’anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore) (Vangelo secondo Giovanni 1, 3).
L’anima Hun che governa il Riscaldatore Superiore risiede nel Fegato e genera e nutre lo Shen del Cuore. Se il Qi dell’anima Hun che governa il Riscaldatore Superiore risente di uno squilibrio nel rapporto Madre/Figlio fra il Fegato (Organo Madre) e il Cuore (Organo Figlio) con una patologica risalita dello Yang epatico, la persona andrà incontro facilmente alla Collera, l’emozione patologica caratteristica del Fegato in Squilibrio.
Nella Medicina Manichea, dunque, l’anima Hun che governa il Focolare Superiore è “collera”, perché per tutto il periodo in cui resta incarnata in un essere umano risiede nel Fegato, che è un organo che dal punto di vista della Medicina Manichea Cinese appartiene all’elemento Legno, e l’Emozione Patologica associata al Fegato è appunto la Collera.
L’anima Hun che governa il Riscaldatore Medio risiede anch’essa nel Fegato, ma ha una funzione di controllo sullo Shen della Milza. Se il Qi dell’anima Hun che governa il Riscaldatore Medio risente di uno squilibrio nel Rapporto di Controllo Nonno/Nipote fra il Fegato (Organo Nonno) e la Milza (Organo Nipote), la persona andrà incontro facilmente alla Concupiscenza, l’Emozione Patologica caratteristica dell’Elemento Terra in Squilibrio.
La seconda anima Hun, dunque, per Mar Mani è “concupiscenza”, perché, nel Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi, il Fegato (Legno) controlla l’Organo e il Viscere dell’Elemento Terra, cioè rispettivamente la Milza e lo Stomaco, che governano il desiderio, il quale, in caso di Carenza del Viscere Stomaco e del suo Meridiano, può andare incontro ad una condizione patologica di Eccesso e quindi portare all’insorgenza di quella emozione patologica che la Medicina Gnostica Manichea chiamava Concupiscenza.
L’anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore alimenta proprio il Qi del Fegato, che è l’Organo in cui alloggiano tutte e tre le anime Hun.
L’anima Hun che governa il Focolare Inferiore è a sua volta nutrita dallo Shen del Rene (Organo Madre del Fegato). Se il Qi della anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore risente di uno squilibrio nel rapporto Madre/Figlio fra il Rene (Organo Madre) e il Fegato (Organo Figlio), la persona andrà incontro facilmente alla Sensualità, l’emozione patologica caratteristica del Fegato in Squilibrio per motivi dipendenti dai Reni.
Per Mani dunque la terza anima Hun è “sensualità”, perché il Fegato (Legno) è l’Organo Figlio del Rene, che appartiene all’Elemento Acqua e governa a livello emozionale la sessualità. In caso di squilibrio dell’Organo Rene e del corrispondente Meridiano, la terza anima Hun può andare incontro ad una condizione patologica di Eccesso e quindi portare all’insorgenza di quella emozione patologica che la Medicina Gnostica Manichea chiamava Sensualità.
Dal loghion n° 30 del Vangelo di Tomaso i Medici Cristiani Manichei hanno ricavato il primo principio alla base della fisiopatologia delle tre anime Hun secondo il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi:
Gesù disse: “Dove si trovano tre dèi, sono tre dèi; dove sono due o uno io sono con lui” (Vangelo di Tomaso, loghion n°30).
Naturalmente, in relazione alla Medicina dell’Anima, i tre “dèi” di cui parla Gesù sono le tre anime Hun. Due delle tre Anime Hun sono viste come Anime Generatrici, mentre la terza è un’Anima di Controllo.
Regola base del Ciclo di Generazione delle tre anime Hun:
4. lo Shen dell’Organo Madre (Rene) nutre l’anima Hun, che a sua volta nutre e governa gli aspetti volitivi ed emozionali dei tre Zang Fu del Riscaldatore Inferiore dotati della capacità di indurre mutamenti nella Sfera Spirituale ed Emozionale (Fegato, Cistifellea e Reni); in particolare, l’anima Hun del Riscaldatore Inferiore auto-alimenta la capacità volitiva ed emozionale di tutte e tre le anime Hun presenti nel Fegato;
5. l’anima Hun del Riscaldatore Superiore nutre lo Shen del Cuore, cioè dell’Organo Figlio rispetto all’Organo (Fegato) che ospita le tre anime Hun;
6. l’anima Hun del Riscaldatore Medio controlla lo Shen della Milza, cioè dell’Organo Nipote rispetto all’Organo (Fegato) che ospita le tre anime Hun.
Più avanti Mani ci spiega come l’Anima Divina (Pneuma) sia mantenuta legata ai tessuti associati ai Cinque Elementi Microcosmici (“ossa, carne, pelle, ecc…”) dallo Spirito Corporeo (Anima Hun) in Maniera analoga a come Dio è mantenuto legato ai Cinque Elementi Macrocosmici dall’azione del Demiurgo:
“Allo stesso modo e alla stessa maniera in cui l’argento è legato al rame, così l’anima è legata alla forza e alla corporeità del corpo (cioè alle ossa, alla carne, alla pelle, al respiro […] e agli escrementi), mediante i vincoli dello spirito [del corpo…]” (p. 300 Andreas-Henning).
L'Anima Hun sopravvive alla morte dell'essere umano in cui è incarnata pur non essendo immortale (solo l’Anima Divina, cioè lo Pneuma che essa riveste, è immortale in quanto di origine divina).
III.
Localizzazione
La localizzazione dell’anima Hun, cioè dello Spirito Corporeo o Perispirito, che ha sede nel Fegato, ha una proiezione ben precisa a livello del dorso. Essa si trova nell’area compresa tra i punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V 48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato).
La “Porta dell’anima”, cioè il punto da cui entra l’anima Hun nel corpo del neonato al momento della nascita e da cui esce al momento della morte, è il punto V47 (Hunmen, “Porta animi”).
IV.
L’incarnazione dell’anima Hun
L’anima Hun creata a immagine e somiglianza del Padre di Verità si incarna al momento del Concepimento, mentre l’anima Hun creata a immagine e somiglianza del Verbo si incarna dopo il settantesimo giorno dal Concepimento, quando l’embrione comincia a muoversi:
Dopo i quaranta giorni (dal concepimento), essi ne trascorrono ancora altri trenta a costruire le membra a immagine del corpo umano: ognuno costruisce un membro.
Vi parlerò dei decani che costruiscono il corpo, ve ne parlerò trattando della distribuzione del tutto.
Dunque, quando, dopo settanta giorni, i ministri avranno completato il corpo intero e tutte le sue membra, nel corpo che hanno costruito i ministri chiamano anzitutto lo spirito di opposizione; poi chiamano l’anima dentro di esse; infine, chiamano nell’anima la miscela della forza; all’esterno di tutto questo, essi mettono l’ora fatale: questa, infatti, non è mescolata con essi, ma li accompagna e li segue (Pistis Sophia, 132, 19-20).
L’anima Hun creata a immagine e somiglianza dello Spirito Santo si incarna solo al momento della nascita. Quest’ultima entra nel corpo del neonato tramite V 47 (Hunmen, “Porta animi”) solo al momento della nascita, perché prima del parto l’anima Hun creata a immagine e somiglianza dello Spirito Santo non può alimentarsi con il Qi del Cielo (lo Spirito Santo Macrocosmico o Alito Vitale Divino), in quanto la funzione respiratoria del bambino inizia solo al momento della nascita.
V.
Diagnosi della condizione dell’anima Hun
Si può diagnosticare il radicamento dell’anima Hun nel fegato esaminando il punto V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato) con ispezione, palpazione e confrontando al termotatto la temperatura di questo punto shu con quella degli altri punti di agopuntura del meridiano della vescica presenti nella stessa regione. Naturalmente, se l’instabilità dell’anima Hun nel corpo del soggetto è dovuto ad un Vuoto di Yang epatico, causato da un Vuoto di Yang del Rene, le caratteristiche del punto Shu del Fegato saranno analoghe alle caratteristiche degli altri punti Shu presenti sul meridiano della Vescica, corrispondenti agli altri Zang Fu (“Organi e Visceri”). Un Vuoto dello Yang del Rene, infatti, causa immediatamente un Vuoto di Yang in tutti gli altri Organi e Visceri e si riflette con caratteristiche analoghe sui relativi punti Shu del Meridiano della Vescica. In questo caso la morte è inevitabile.
VI.
Trattamento dell’anima Hun
Per tonificare l’anima Hun il Medico deve necessariamente agire con la moxibustione o con l’agopuntura sui punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato).
La “morte naturale per vecchiaia” in genere si ha quando c’è un Vuoto dello Yang del Rene, che comporta un Vuoto dello Yang epatico, che non è più in grado di trattenere l’anima Hun nella sua sede naturale. A questo punto l’anima Hun fuoriesce dal punto V 47 (Hunmen, “Porta animi”) e la persona muore.
Un Vuoto dello Yang del Rene, naturalmente, può essere dovuto a numerosi fattori e/o patologie e può condurre alla disincarnazione in qualsiasi età, anche se questo fenomeno è più frequente nella vecchiaia in cui si ha un calo progressivo fisiologico dello Yang del Rene.
Si può tentare la rianimazione temporanea di un paziente in punto di morte la cui anima Hun tende ad uscire dal punto V 47 (Hunmen, “Porta animi”), trattando con l’agopuntura i punti punti “Pozzo” dei meridiani principali e i punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato) per ritardare o evitare la disincarnazione dell’anima Hun.
Appena gli aghi inseriti sui punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V 48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato) cominciano a vibrare significa che la porta di entrata dell’anima Hun è stata riaperta e che l’anima Hun sta rientrando nella sua sede fisiologica.
Tale procedura, qualora riesca nell’intento, può dare un effetto solo temporaneo se vi è un Vuoto irrimediabile dello Yang del Rene e dello Yang epatico, che porteranno comunque irrimediabilmente a morte il soggetto.
VII.
Terapia dei traumi del dorso che influenzano l’anima Hun
Lo stesso tipo di trattamento, limitato però a V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato) va effettuato in caso di gravi traumi locali che interessino la regione circostante V 47 (Hunmen, “Porta animi”), che possono in qualche modo influenzare lo stato del Qi dell’anima Hun del soggetto.
Roma, 9/12/2004

LIBER QUINTUS
Lo spiritismo visto alla luce della Scienza Medica Manichea di Tradizione Cinese
I.
La scrittura automatica




Per poter entrare in contatto con l'anima di una persona defunta (Gui), è necessario evocarla. L'anima Gui della persona disincarnata evocata a questo punto penetra nei meridiani energetici del medium all'altezza del punto Guimen (“Porta delle Anime Erranti”, coincidente con il punto Du 20 secondo la classificazione moderna). Questo perchè il punto Guimen, detto anche dei “cento incontri” (Baihui), è il punto di incontro di numerosi meridiani (Renmai, Vescica, Vescica Biliare, Triplice Riscaldatore e Fegato).
La scrittura automatica e la telescrittura sono dovute all’azione che un'anima disincarnata (Gui) può esercitare su uno degli arti superiori di un essere umano dopo essere stata evocata.
Nel corso di una esperienza di scrittura automatica il Qi del Gui passa per il punto Guilu (“Strada del Demone” – Pericardio 5), giunge a livello dei punti Guixin (“Cuore del Demone” – Pericardio 7 e Polmone 9) e infine va ad “abitare” nel punto Guiku (“Antro del Demone” – Pericardio 8).
Lo spirito evocato (Gui), partendo dai punti Guixin, Guiku e Guitui (“Gamba del Demone” – IC 11) e agendo sui meridiani corrispondenti, mette in movimento la mano trascinandosi dietro tutto il braccio.
La preferenza dell'anima Hun per l'organo fegato e quindi per l'elemento legno fa sì che un'anima disincarnata (Gui) possa entrare più facilmente in contatto con noi tramite la scrittura automatica durante la stagione associata all'elemento legno, cioè la primavera, e nelle ore del giorno corrispondenti all'elemento legno.
Tutti possono diventare medium, ma i migliori saranno quelli che hanno una costituzione di tipo legno...
II.
L’azione degli spiriti sui medium parlanti
Nella evocazione spiritica mediata da un medium parlante, il Qi del Gui penetra nel punto demone del meridiano del fegato (Guihong “Demone Rosso” – Fegato 2) e risale prima lungo il tragitto superficiale del meridiano, poi lungo il suo tragitto interno fino ad arrivare al laringe.
A questo punto, il Qi del Gui evocato continua il suo percorso lungo il tratto interno del meridiano del fegato, che compie un giro intorno al cavo orale per poi risalire fino all’occhio, da cui penetra all’interno del cervello per arrivare fino all’ area somato-motrice primaria della corteccia cerebrale (area 4) da cui risale in direzione del punto Guimen.
Agendo su questi tratti del meridiano interno del fegato, che si trovano a livello del collo e dell’encefalo, il Qi intelligente dell’anima Hun evocata riesce a far parlare il medium.
Il medium parlante non resta condizionato psichicamente dal Qi intelligente del Gui che lo fa parlare, perché il meridiano interno del fegato termina in una regione della corteccia cerebrale, che non interessa né l’intelligenza, né la memoria, né la sfera emozionale. Si tratta infatti dell’area somato-motrice primaria della corteccia cerebrale (area 4).
In questi casi, il rischio di possessione permane comunque, perché il Qi del Gui evocato, risalendo lungo il meridiano principale del fegato, giunto a livello dell’organo fegato può venire a contatto con l’anima Hun incarnata. Si tratta di un rischio lieve, perché in genere un’anima Hun incarnata ha un Qi molto più denso e radicato rispetto ad un’anima Hun disincarnata (Gui) evocata, che presenta un Qi rarefatto. Tuttavia, un qualche margine di rischio per il medium durante una seduta spiritica permane sempre. Per questo motivo, quando si vuole assistere ad una seduta spiritica con un medium parlante per contattare i propri cari defunti, conviene affidarsi a dei medium esperti.
Naturalmente, nel caso in cui il medium parlante abbia dei problemi in seguito ad una seduta spiritica, bisognerà intervenire tempestivamente con l’agopuntura in tonificazione su V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V 48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato) per rafforzare l’anima Hun del ricevente e con l’agopuntura o con il tuina con tecnica di dispersione sui meridiani invasi dallo spirito evocato per disperdere il Qi estraneo che ha invaso questi meridiani.
Nonostante le sue peculiarità (il carattere intelligente del Qi che ha invaso il corpo), essa è pur sempre una patologia da Vento Caldo e come tale va affrontata…
Roma, 16/11/2004
N.B. I trattamenti che prevedono l’uso dell’agopuntura sono riservati ai Medici Chirurghi abilitati, che abbiano una adeguata preparazione in materia.
Roma, 17/2/2005
Primo aggiornamento: 23/2/2005

Secondo aggiornamento: 27/2/2005
Terzo aggiornamento: 17/3/2005